Continua la cronaca della mia breve visita a Esxence 2017.
Questa volta, mentre scrivo, sul dorso della mia mano annuso uno spruzzo di Crystal d'Afrique prima ( e per il momento unica) fragranza della Maison Thibaud-Bourahla.
Anche qui è stata l'amicizia, fino a quel momento virtuale, a indurmi alla sosta.
Così Fabienne Hourcau, conosciuta finalmente di persona, mi ha introdotto a un inedito, incontro olfattivo con l'Africa.
Dal cofanetto in legno d'ebano del Congo, al cristallo del flacone che richiama le dune del deserto... dal tappo in marmo sormontato da un antico simbolo berbero fino alle materie prime, per il 70% provenienti da territori africani: tutto parla il linguaggio del lusso, è vero...ma è il profumo, un sontuoso jus composto da Clémentine Humeau, a rivelare lo spirito primordiale della terra culla dell'umanità.
Sentendolo a occhi chiusi, evoca vivide immagini di danze notturne intorno al fuoco, nella foresta : è una fragranza radicata nell'essenza del Femminile e non è un caso che la forma del flacone mi abbia subito ricordato le antiche statuette della Grande Dea Madre, creatrice del mondo...
Sono impaziente di esplorare le prossime tappe del viaggio odoroso di questa Maison nelle terre ancestrali: ho sentito che ve ne sarà una dedicata all'Australia, continente altrettanto antico e misterioso, ancora poco conosciuto dal punto di vista olfattivo.
Altrettanto potente e singolare, la nuovissima fragranza di Vero Kern, che ha visto la luce dopo anni di studio e ricerca.
Sinuosa come le spire del cobra di cui porta il nome arabo, Naja sorprende con un'apparente contraddizione di note: il carattere vibrante dell'assoluta di Tabacco incontra la dolcezza di miele del fiore di tiglio, insieme alla sfumatura cuoiata dell'assoluta di osmanto e alla succulenza del melone maturo.
E' un profumo che rivela diversi piani di lettura e che vorrei risentire presto, per poterne decifrare il mistero con la dovuta concentrazione.
Per ora, risentendolo sul disco in carta profumata avuto in fiera, traspare l'essenza di una femminilità matura, che proprio per aver molto vissuto e sperimentato, ritrova l'innocenza primitiva attraverso la Conoscenza.
Questa volta, mentre scrivo, sul dorso della mia mano annuso uno spruzzo di Crystal d'Afrique prima ( e per il momento unica) fragranza della Maison Thibaud-Bourahla.
Anche qui è stata l'amicizia, fino a quel momento virtuale, a indurmi alla sosta.
Così Fabienne Hourcau, conosciuta finalmente di persona, mi ha introdotto a un inedito, incontro olfattivo con l'Africa.
Dal cofanetto in legno d'ebano del Congo, al cristallo del flacone che richiama le dune del deserto... dal tappo in marmo sormontato da un antico simbolo berbero fino alle materie prime, per il 70% provenienti da territori africani: tutto parla il linguaggio del lusso, è vero...ma è il profumo, un sontuoso jus composto da Clémentine Humeau, a rivelare lo spirito primordiale della terra culla dell'umanità.
Sentendolo a occhi chiusi, evoca vivide immagini di danze notturne intorno al fuoco, nella foresta : è una fragranza radicata nell'essenza del Femminile e non è un caso che la forma del flacone mi abbia subito ricordato le antiche statuette della Grande Dea Madre, creatrice del mondo...
Sono impaziente di esplorare le prossime tappe del viaggio odoroso di questa Maison nelle terre ancestrali: ho sentito che ve ne sarà una dedicata all'Australia, continente altrettanto antico e misterioso, ancora poco conosciuto dal punto di vista olfattivo.
Altrettanto potente e singolare, la nuovissima fragranza di Vero Kern, che ha visto la luce dopo anni di studio e ricerca.
Sinuosa come le spire del cobra di cui porta il nome arabo, Naja sorprende con un'apparente contraddizione di note: il carattere vibrante dell'assoluta di Tabacco incontra la dolcezza di miele del fiore di tiglio, insieme alla sfumatura cuoiata dell'assoluta di osmanto e alla succulenza del melone maturo.
E' un profumo che rivela diversi piani di lettura e che vorrei risentire presto, per poterne decifrare il mistero con la dovuta concentrazione.
Per ora, risentendolo sul disco in carta profumata avuto in fiera, traspare l'essenza di una femminilità matura, che proprio per aver molto vissuto e sperimentato, ritrova l'innocenza primitiva attraverso la Conoscenza.
Con la gentile Mary Gooding di Puredistance, sono tornata in Europa e, più precisamente, alle atmosfere mitteleuropee di Varsavia.
Warszawa è infatti il nome della fragranza esclusiva, finora disponibile solo nel punto vendita della capitale polacca, di proprietà della famiglia Missala.
Dal novembre 2017 la distribuzione verrà estesa e sono sicura che sarà un grande successo: come in tutte le altre creazioni di questo marchio, vi si avverte chiaramente l'ottima qualità delle materie prime utilizzate. In questo caso, si tratta di una composizione di Antoine Lie di classica eleganza, un umbratile floreale-verde, che rientra in pieno nelle mie preferenze personali.
Per finire, ho voluto celebrare quello che credo sia la mia prima "memoria olfattiva" in assoluto: un campo di narcisi selvatici in piena fioritura, sui declivi delle Prealpi bellunesi.
Ero così piccola (dovevo avere non più di tre/quattro anni) che con la testa superavo di poco l'altezza delle piante...eppure, ancora così vivido è il ricordo di quel mare profumato nel quale trovavo gioia, che ancora ne ricerco l'eco con nostalgia.
Per questo mi sono fermata allo stand di Masque Milano, per sentire Romanza : lo scorso anno, quando fu presentata al pubblico questa magistrale creazione di Cristiano Canali, era tanta la folla in attesa che avevo preferito rimandare.
Ho fatto bene. Ora, con calma e in silenzio, ho potuto ritrovare la luce erbacea di quel momento, il sentore verde di gambi e foglie calpestati dal mio passo di bambina, mescolato al soave effluvio narcotico che esalava dalla distesa fiorita.
Indimenticabile.
Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi
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