Nel 1990 non si parlava ancora di "profumeria artistica" ma già allora, sulle rive dell'Arno, Lorenzo Villoresi creava fragranze straordinarie.
La sua ispirazione attingeva proprio dal ricordo dei suoi soggiorni all'estero, dai profumi di spezie ed aromi dei mercati del Medio Oriente e dalle suggestioni dei suoi studi di Filosofia Antica.
Alcuni giorni fa sono andata a Firenze per visitare la nuova boutique, inaugurata lo scorso anno in un palazzo d'epoca, ai piedi del magnifico Giardino Museo Bardini.
La sua ispirazione attingeva proprio dal ricordo dei suoi soggiorni all'estero, dai profumi di spezie ed aromi dei mercati del Medio Oriente e dalle suggestioni dei suoi studi di Filosofia Antica.
Alcuni giorni fa sono andata a Firenze per visitare la nuova boutique, inaugurata lo scorso anno in un palazzo d'epoca, ai piedi del magnifico Giardino Museo Bardini.
Qui ho avuto modo di apprezzare meglio le creazioni di Villoresi, rimanendo molto colpita dalla loro potenza evocativa: con Kamasurabhi, ad esempio, ho rivissuto la magnificenza del mio viaggio in Rajasthan, mentre Iperborea mi ha avvolto con la glaciale soavità di una primavera nordica.
Memorabili anche le fragranze storiche della Vintage Collection : la cangiante eleganza del Garofano, l'intensità seducente di Ambra, la fruttata verve esotica di Tropicana, solo per citarne alcune.
Quella che però mi ha fatto vibrare e che ho scelto da indossare è stata Alamut : fragranza affascinante, misteriosa come la leggenda che avvolge le rovine della fortezza omonima, legata alle vicende oscure di un'antica setta di mistici e guerrieri.
Si favoleggiava che fra le sue mura inespugnabili, arroccate sulle aride colline a sud del Mar Caspio, si trovassero meravigliosi giardini e biblioteche.
Lo stesso contrasto fra forza e misticismo emana dalle note di questo profumo, la cui sapiente complessità ricorda certi grandi nomi del passato...
Proprio per Alamut, nel 2006 Lorenzo Villoresi fu insignito del prestigioso Prix Coty di Parigi, il più importante riconoscimento internazionale alla carriera artistica di un profumiere.
Non avendolo potuto incontrare di persona, perchè impegnato nell'organizzazione della sua nuova Accademia del Profumo (di prossima inaugurazione) ho chiesto a Villoresi di rispondere ad alcune domande circa l'influenza che i viaggi hanno avuto e ancora hanno sulla sua ispirazione creativa. Ecco qui sotto le sue risposte.
Come è iniziato il suo "viaggio" nell'arte del profumo?
Si può dire che il mio “viaggio” è iniziato con un viaggio…..! Sono sempre stato attratto dagli odori e ho ricordi vividissimi dei profumi della mia infanzia, in campagna.
Ma il vero viaggio nel mondo dei profumi è iniziato in Egitto dove ho trascorso molti mesi per studio. Lì mi sono trovato circondato da odori e profumi di ogni genere, nei mercati, nelle case, nel cibo, per strada, tutto aveva un profumo particolare e interessante.
E’ stato così che ho cominciato a collezionare spezie e essenze, incensi e resine aromatiche con le quali poi, tornato in Italia, ho iniziato a comporre fragranze, pot-pourri e altre cose profumate.
Ha mai tratto ispirazione da uno o più luoghi nella creazione di una fragranza e se sì, in quale occasione? Ce la descrive?
Spesso i luoghi a cui mi ispiro sono luoghi mitici come Dilmun, la casa del Sole descritta nella Saga di Gilgamesh o la leggendaria fortezza di Alamut con i suoi affascinanti contrasti, o ancora la misteriosa isola degli Iperborei.
Altre volte sono luoghi realmente esistenti, ma dei quali catturo solo la fugace emozione di un momento, come il vento del deserto carico dei profumi di spezie in Piper Nigrum, il Mediterraneo sfiorato dalla brezza in Aura Maris, la visione di una sconfinata prateria sudamericana in Yerbamate o, infine, il caleidoscopio di odori e colori della mia India immaginaria in Kamasurabhi.
Qual è per lei il rapporto fra il tema del viaggio e la composizione dei profumi? E' riferito solo alla provenienza delle materie prime, oppure lo vive come un tema che personalmente la appassiona?
Qual è per lei il rapporto fra il tema del viaggio e la composizione dei profumi? E' riferito solo alla provenienza delle materie prime, oppure lo vive come un tema che personalmente la appassiona?
Quando è un viaggio, è un viaggio onirico, di sogno. Oppure un viaggio simil – lisergico, in dimensioni immaginate.
Il viaggio fisico non c’entra nulla. Come non c’entra nulla il fatto che mi piaccia viaggiare nella vita.
E anche quando si tratta di un viaggio – come l’ultimo in Indonesia – dove si incontrano materie prime che si usano in profumeria, queste restano degli ingredienti, magari importanti, ma raramente fonti di ispirazione in sè.
Altra cosa ancora sono alcuni grandi classici della profumeria che portano il nome di alcuni famosi ingredienti (Sandalo, Patchouli, Vetiver, Iris, Rosa, Musk, Ambra, Viola, etc): è sempre interessante cimentarsi nella interpretazione di un tema classico, ma è una consuetudine un po‘ in disuso, alla quale si preferisce comunque una fragranza e un nome di fantasia che lascia maggiore libertà a chi lo crea e a chi lo usa…..!
Qual è stato il luogo/paese da cui è stato olfattivamente più colpito?
Come dicevo prima, tutto il Medio Oriente e l' Egitto in particolare, con i suoi mercati come Khan al Khalili; e poi Istanbul e l’Indonesia.
Quali sono per lei gli odori e i profumi che identificano la sua città ?
Purtroppo quelli che la identificavano, perché adesso ogni odore appartenente alla tradizione è coperto e schiacciato dallo smog, dal cattivo odore delle polveri sottili e dei tubi di scappamento.
Quelli di un tempo erano ad esempio il profumo del pane appena sfornato; gli odori delle botteghe di restauro, dei falegnami e dei fabbri, dei doratori, l’odore cioè delle attività tradizionali che avevano reso Firenze famosa in tutto il mondo, e poi c’era il profumo delle pasticcerie e dei gelatai, dei cavalli e della biada, del caffè ……
Oggi si fa fatica a ritrovarli nell’inquinata aria cittadina, ma per fortuna capita ancora, talvolta, di venir sorpresi per strada da una improvvisa folata del profumo dell’Olea Fragrans, rubato dal vento nei giardini nascosti del centro città.
Quale luogo/paese le piacerebbe visitare per un viaggio di "ricerca olfattiva" ?
L’India, il Kerala e la zona di Mysore. Il Nord, dove si dovrebbero ritrovare le piante di Nardo incontrate da Alessandro il Macedone nella sua famosa spedizione e le montagne dell’Hindukush, per sentire il profumo di zone remote e praticamente inviolate…
Cosa le dà più gioia nella strada che ha scelto?
Cosa le dà più gioia nella strada che ha scelto?
Quando alle persone piacciono le nostre fragranze o i nostri prodotti. Quando riesco a tradurre un' idea, una visione e le emozioni che la accompagnano in un profumo che ne diventa espressione.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Intanto dobbiamo completare il Museo e l’Accademia del Profumo, con eventi, corsi, seminari e altre iniziative. In seguito, forse, anche la raccolta e estrazione di alcune materie aromatiche nella campagna qui vicina.
Cosa è cambiato nel suo modo di essere, da quando ha iniziato a comporre profumi, rispetto a "prima?
La possibilità di entrare in una atmosfera di grande concentrazione, dove anche il suono di un campanello o del telefono può creare un profondo disturbo, ce l’avevo anche prima: è una atmosfera che conosco bene perché mi ha accompagnato nel corso degli studi universitari, specie nell’ultima parte, quando si trattava di tradurre testi molto antichi appartenenti a culture diverse e lontane.
Quel che è cambiato, dopo essere entrato appieno nel mondo del profumo, non è la profonda concentrazione necessaria quando si compone una fragranza goccia a goccia, fiutando e rifiutando un ingrediente piuttosto che un altro: quella concentrazione è analoga a quella nella quale si entra studiando i testi di epoche remote.
E’ invece cambiato il tipo di approccio: più creativo, visionario e emozionale per la creazione di un profumo. E quindi meno introspettivo e forse anche meno “scientifico” di quello dello studio approfondito di filosofia antica o di filologia biblica, dove comunque, per comprendere il pensiero di uomini così lontani nel tempo, è necessaria anche una buona dose di intuito, per cogliere bene il senso delle loro affermazioni.
Quale domanda vorrebbe le venisse fatta e quale sarebbe la sua risposta?
La domanda che vorrei è: dove vorrebbe essere fra dieci anni?
E la risposta sarebbe: mi vedrei bene in campagna, a creare profumi e a coltivare piante aromatiche; a fare prove di distillazione e di estrazione, soprattutto dell’Iris e dell’Alloro, una pianta dal meraviglioso profumo ma ancora poco usata, e altre piante tipiche toscane.
Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale senza autorizzazione è vietata, e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi
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