Lo ammetto: ho una vera passione per l'isola d'Elba. Sarà che è terra di Toscana in mezzo al Tirreno, e quindi ci sento le mie radici, sarà che è un isola di sorprendente bellezza naturale con panorami e paesaggi sempre diversi...
Sarà anche perchè ho conosciuto diverse persone, native dell'isola o che ci hanno vissuto a lungo, che, raccontandola con trasporto, me l'hanno fatta definitivamente amare.
Una di queste persone è Francesca Campagna, aka Fravola, digital e life coach in Natura, creatrice di nuovi linguaggi turistici e, decisamente, "Elba teller".
Francesca mi ha invitato a visitare uno dei tanti luoghi dell'Elba che ti tirano letteralmente fuori dalla confusione delle spiagge (anche se, a saper scegliere, se ne trovano molte meno frequentate anche in agosto) per immergerti in un esperienza di Natura con la enne maiuscola e in un atmosfera, per me almeno, quasi mistica.
Questo luogo è il piacevolissimo "Orto Elbano dei Semplici", un intelligente progetto di risistemazione botanica, sull'esempio degli "hortus conclusus" monastico.
Lo scopo è di censire e catalogare non solo le piante medicinali, ma quasi tutte le specie botaniche spontanee e coltivate che si trovano all'Elba e nelle altre isole dell'arcipelago : troviamo quindi la flora della macchia mediterranea, quella delle zone dunali fino agli "antichi giardini elbani".
L'Orto si trova poco sopra Rio nell'Elba, il comune che sostiene l'iniziativa assieme a volontari associazioni private ed enti pubblici, tra cui il Parco dell'Arcipelago Toscano, con il contributo scientifico dell'università di Pisa e della Scuola Superiore di Sant'Anna.
E' situato sul terreno dell'adiacente Eremo di Santa Caterina, a circa 300 metri slm. Lo si raggiunge a piedi, o direttamente da Rio nell'Elba da cui dista due chilometri circa, oppure, più comodamente, dopo aver lasciato il proprio mezzo in un piccolo spazio lato strada, percorrendo un viottolo sterrato di un centinaio di metri.
Il progetto di sistemazione del giardino botanico è partito nel 1997 ed è stato realizzato facendo dialogare con la natura del luogo e delle piante inserite, anche alcune installazioni artistiche che si trovano lungo il percorso e all'interno della navata della chiesetta ,di origine romanica ma di aspetto secentesco, ancora oggi consacrata, sede di una fondazione culturale, di mostre e di concerti di musica antica.
L'ingresso all'Orto, aperto da aprile a novembre secondo giorni e orari diversi, è gratuito o comunque su gentile contributo che francamente penso sia necessario per consentire il mantenimento quotidiano di una struttura vivente come questa, di fondamentale importanza didattica e documentativa.
A fare da custode e manutentore il signor Roberto Ballini di Cavo, ex ciclista e attualmente apicoltore, che quasi tutti i giorni si inerpica fin qua su a controllare, innaffiare, sistemare le piante e i manufatti all'interno dell'Orto, oltre che le arnie ospitate nell'apiario, una speciale sezione dell'orto da lui suggerita.
Il percorso si articola, armonicamente con il paesaggio, in una dozzina di sezioni tematiche. Ognuna è caratterizzata da una peculiare tipologia di piante, piacevolmente racchiuse in altrettanti horti conclusi realizzati in pietra, tufo o legno e arricchiti di opere di land art chiamate "sculture viventi" .
All'ingresso è disponibile gratuitamente e in diverse lingue una guida molto completa e ricca di informazioni.
La prima sezione è giustamente dedicata alle piante della Macchia mediterranea e qui ho avuto la conferma che il viburno (che avevo fotografato a febbraio in fiore) ne fa parte e anzi è una delle pianti più resistenti alla siccità estiva.
Si procede attraverso il bel pergolato che raccoglie i sette vitigni tradizionali dell'isola, tra cui i più famosi sono l'Aleatico e l'Ansonica, da cui si ottengono ottimi vini passiti.
A lato si trova la zona dedicata alle piante Dunali, catalogate anche dall'altra parte dell'isola nella zona protetta delle dune di Lacona.
Proseguendo lungo l'asse dell'ingresso troviamo l'accogliente giardino cintato dove si trovano le piante degli Antichi giardini elbani, dagli alberi di agrumi ad alcune delle piante ornamentali più frequenti: roseti, pervinche, glicini, allori, cipressi, melograni, acanto e anche la palma nana (chamaerops nana) che qui nell'arcipelago è autoctona.
Da questo spazio si sale in un luogo, mistico e mitico assieme, dedicato alle Piante sacre delle civiltà antiche : piante mitologiche e simboliche, dal mirto all'alloro, dalla lavanda alla ruta, passando per melograni e olivi.
Si scende poi nella zona chiamata Labirinto, realizzata con vasche in tufo che accolgono le piante spontanee di tradizionale uso alimentare elbano, come per esempio le burrane (borragine), le sambelle (aglio triquetro) e i grespignoli, che ho scoperto essere quelle piante che "infestano" anche i vasi del mio terrazzo e che invece sono utilizzati sia crudi nella misticanza che cotti.
Il labirinto è un luogo meditativo affascinante ma il periodo migliore in cui perdersi non è certo agosto, quando la maggior parte delle piante sono o secche o esaurite: sicuramente la primavera inoltrata e l'inizio estate sono il momento più adatto.
Un altro luogo veramente da meditazione è l' Anfiteatro, dove un basso recinto in pietra invita a sedersi nel silenzio a osservare e ascoltare, circondati da rosmarini e corbezzoli, con la sola compagnia di un solitario albero di carrubo e di una scultura chiamata "cubo vivente".
Scendendo dall'anfiteatro si arriva al Giardino delle farfalle, dove crescono in abbondanza lavande, iris, salvie, plumbago e altre piante spontanee fiorite che attraggono i lepidotteri; anche questo, un angolo che offre il suo volto più colorato e profumato in primavera o inizio estate.
Scendendo dall'anfiteatro si arriva al Giardino delle farfalle, dove crescono in abbondanza lavande, iris, salvie, plumbago e altre piante spontanee fiorite che attraggono i lepidotteri; anche questo, un angolo che offre il suo volto più colorato e profumato in primavera o inizio estate.
Un altro interessante passaggio è quello attraverso il frutteto, che appare però meno rigoglioso e seguito di quanto dovrebbe ed è un peccato, perché sono davvero molte le varietà, soprattutto locali, di alberi da frutto coltivati: solo di fichi ne sono presenti sette varietà.
L'orto si conclude con altre due zone: l'apiario e il campo grande, quest'ultimo ovviamente solo spontaneo e quindi al secco.
Rientrando dal percorso, all'uscita si possono acquistare oli di iperico e di lavanda, miele e pubblicazioni molto interessanti dedicate all'orto.
Orari di apertura
- da aprile a giugno (da giovedì a domenica) 11.00-18.00
- da luglio a settembre (tutti i giorni escluso il lunedì) 15.00-20.00
- da ottobre a novembre (da venerdì a domenica) 10.00-13.00
In caso di pioggia l’orto è chiuso.
http://www.islepark.gov.it/visitare-il-parco/elba/l-orto-dei-semplici
Questo articolo è stato scritto da Susanna Berretta per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.http://www.islepark.gov.it/visitare-il-parco/elba/l-orto-dei-semplici
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