Anche il mare, visto dal finestrino era cupo e solenne, senza le pittoresche trasparenze di altri arcipelaghi da cartolina.
Più tardi, l'autobus per la città correva lungo la costa, ma non riuscivo a staccare gli occhi dal dorso bruno delle montagne, che sembravano chiamarmi alla scoperta dell'interno dell'isola.
Pochi minuti e lo splendore un po' decadente di Chania ha cancellato ogni ombra. Superata la cintura della città nuova, il cui aspetto potrebbe appartenere a una qualunque città mediterranea, sono scesa dal bus, inoltrandomi nel dedalo dei vicoli che sboccano tutti al vecchio porto.
La old town di Chania concentra in sè la quintessenza del kitsch ma, stranamente, è proprio questo che affascina. Insegne pittoresche, cartelli colorati e ironici, negozietti di souvenir, kafenion e taverne infilate in certi cortili segreti da cui non si vorrebbe più uscire.
La old town di Chania concentra in sè la quintessenza del kitsch ma, stranamente, è proprio questo che affascina. Insegne pittoresche, cartelli colorati e ironici, negozietti di souvenir, kafenion e taverne infilate in certi cortili segreti da cui non si vorrebbe più uscire.
Gli edifici portano il segno delle culture di cui la città è tuttora un crocevia: qui un minareto, lì un palazzetto veneziano, più avanti alcune case che sembrano arrivate in volo dai Balcani.
Anima dello struscio il lungomare, coronato dallo svettante faro proteso verso il mar di Creta. Lungo tutto il perimetro, una interminabile teoria di ristorantini e caffè, ognuno col suo imbonitore in agguato per catturare il cliente.
È come a Venezia : vedi che molto, se non tutto, è fatto per attirare il turista, ma non ti dà fastidio perché fa parte del gioco ed è forse per questo che, nonostante sappiano di infilarsi in una trappola, molti si lasciano cadere nella rete.
Altri credono di sfuggire inoltrandosi nei vicoli interni, dove altre trappole altrettanto idilliache, ben mascherate, attendono la preda di turno.
Basta spingersi di poco al di fuori dell'area turistica, per scoprire il volto quotidiano della città: ed ecco la bottega di Nikos Terezakis, forse uno degli ultimi a confezionare costumi tipici e stivali cretesi;oppure, i negozi dei venditori di lame e coltelli, altro tratto distintivo della tradizione isolana.
E ancora, modeste chiesette impregnate d'incenso e cancelli sbilenchi a custodire il nulla di un cortile incolto...
Nei pochi giorni che ho trascorso a Chania, prima di imbarcarmi per la sperduta Antikythera, non mi stancavo mai di perdermi nel dedalo delle sue strade, dove quasi ogni angolo riserva una sorpresa per chi sa guardare.
All'imbrunire, di ritorno al Porto Veneziano, basta sedersi su una panchina a godere il tramonto, al ritmo della musica tradizionale improvvisata da un gruppo di giovani.
Non serve altro, per cadere senza rimedio nell'incantesimo di Chania.
Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi
Basta spingersi di poco al di fuori dell'area turistica, per scoprire il volto quotidiano della città: ed ecco la bottega di Nikos Terezakis, forse uno degli ultimi a confezionare costumi tipici e stivali cretesi;oppure, i negozi dei venditori di lame e coltelli, altro tratto distintivo della tradizione isolana.
E ancora, modeste chiesette impregnate d'incenso e cancelli sbilenchi a custodire il nulla di un cortile incolto...
All'imbrunire, di ritorno al Porto Veneziano, basta sedersi su una panchina a godere il tramonto, al ritmo della musica tradizionale improvvisata da un gruppo di giovani.
Non serve altro, per cadere senza rimedio nell'incantesimo di Chania.
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