La mia seconda giornata ad Esxence 2016 è iniziata in India.
Non quella vera purtroppo, ma quella ugualmente affascinante raccontata dai profumi di Neela Vermeire.
Anche se stavolta ho potuto fare solo un veloce saluto a Neela, mi ha piacevolmente sorpreso la sua nuova proposta per viaggiatori: si chiama "Take Two" ed è uno speciale kit che racchiude due mini flaconi spray da 15 ml.
E' disponibile per le fragranze Ashoka, Bombay Bling e Pichola, l'ultima creazione ispirata al suggestivo lago in cui si specchia l'incantevole città di Udaipur.
Attenzione però: in Take Two si trovano due flaconi della stessa fragranza, non un "mix and match" di profumi diversi.
Il bello del viaggiare coi profumi, è che basta un'istante per ritrovarsi all'altro capo del mondo: dopo l'India infatti, eccomi immersa negli aromi del nostro Mediterraneo e nel calore dell'accoglienza allo stand di Bruno Acampora Profumi.
Ringrazio la la lettrice del mio blog, che ha scritto chiedendomi di recensire i profumi di questa Maison : non faccio recensioni, poichè non sono un'esperta, ma vado a caccia di emozioni profumate che qui certamente ho trovato.
Azzurro di Capri, un elegante esperidato che evoca le sognanti estati sull'isola, è la novità presentata a Milano, ma per me tutta la linea è stata un'inattesa scoperta.
Specie ora, risentendo le diverse fragranze al di fuori dell'atmosfera satura dei padiglioni, non riesco a smettere di provarle tutte : e sono una più bella dell'altra, persistenti e raffinate !
La mia preferita? Prima T, un bouquet di fiori strepitoso.
Senza dubbio, la maestrìa con cui vengono composte a mano queste essenze è esaltata dalla loro rara forma oleosa.
E, in tutte, si sente lo spirito comsopolita che il fondatore vi ha infuso, perpetuato dal figlio Brunello e da sua moglie Sonia.
Dall'azzurro del mare, alla dolcezza amorosa declinata in gusto e profumo : l'incontro fra la ricerca sensoriale del "naso" Arturetto Landi e quella del gelatiere-cioccolatiere Paolo Brunelli, ha dato vita a Dolce Passione.
La nuova fragranza di Pantheon Profumi, che continua la narrazione olfattiva dell' amore fra Raffaello Sanzio e Margherita (la famosa Fornarina), si struttura su un'inedita base di cioccolato fondente e tartufo bianco.
Come direbbe uno chef, ai due ingredienti afrodisiaci fanno da contorno note di miele, vaniglia, nocciola, muschio bianco e fava tonka, su un letto floreale nascosto nelle note di cuore...
Dolce Passione andrebbe "degustato" insieme con una speciale crema al cioccolato e frutti di sottobosco, contenuta in un tubetto identico a quello dei colori usati in pittura.
Io ho sentito la fragranza solo in fiera, fra le centinaia di effluvi vaganti nell'aria e ora non la ricordo bene, al di là dell'immediata impressione "gourmand" che ne ho avuto. Andrà risentita.
In compenso, ho già fatto fuori il tubetto di crema spalmabile avuto in regalo!
Proseguendo nel mio percorso, mi imbatto quasi per caso in quello che sarà uno degli incontri più emozionanti in assoluto.
Attratta da un interessante set di profumi da viaggio, mi fermo allo stand di Bottega Profumiera, un altro esempio di profumeria artigianale italiana, apprezzata nel resto del mondo, ma forse un po' snobbata in patria.
Appena dico che non voglio parlare di piramidi olfattive, se non dopo aver annusato le sue fragranze, faccio amicizia con Maurizio Lembo, titolare della maison e compositore delle essenze.
Ed ecco che, mentre mi perdo nell'estasi fiorita di Mon Jardin, si verifica uno di quegli arcani miracoli comunicativi tanto rari, quanto preziosi : mentre mi dice che la fragranza si ispira sì a un giardino, ma un giardino speciale, diverso da tutti...lo guardo e senza pensare dico : "Ninfa"!
Ossia, il favoloso giardino dichiarato Monumento Naturale che si trova nel Lazio, la cui immagine si era formata nella mia mente proprio mentre sentivo il profumo.
Guarda caso, Ninfa è proprio il luogo speciale dove Lembo va più volte l'anno per trarne ispirazione, luogo il cui spirito è infuso nella speciale malìa di un'essenza.
Telepatia o potere comunicativo dell'olfatto? Forse entrambi...
Ancora sotto incantesimo, poco lontano incontro l'aroma della nuova, inusitata rosa di Maria Candida Gentile.
Rrose Sélavy era lo pseudonimo dell'esponente del dadaismo francese Marcel Duchamp, artista multiforme che si fece fotografare nelle vesti del suo "doppio" femminile dal fotografo Man Ray.
Altrettanto eclettica è la fragranza che porta lo stesso nome: tutte le note della rosa, anzi, di diverse rose (Rosa Turca, Rosa di Maggio, Rosa Michelle) sbocciano in successione, rese più vellutate e verdi da sentori di petali, gambo e foglie.Solo di rosa.
Io, che non amo le interpretazioni olfattive troppo pretenziose di questo fiore, di Rrose Sèlavy apprezzo l'intrigante semplicità, effetto che solo una sapiente orchestrazione di accordi può raggiungere.
Anche da Maria Candida Gentile ho visto flaconi delle sue Eau de Parfum in formato da viaggio, da 15 e anche da 7 ml.
Al termine della seconda giornata, ancorchè frastornata dalle luci e dalla folla, trovo ancora la forza di spiccare il volo verso mari lontani.
Sulle ali di Moorea, ultimissima composizione di Simone Andreoli, atterro in Polinesia e mi lascio cullare dalla carezza del vento profumato di fiori e frutti tropicali, cui si mescolano sentori di legno e spruzzi di schiuma salmastra.
Sapete che non mi faccio ingannare da un nome fintamente evocativo: se non ci sento esattamente quel che promette, per me rimane solo un esercizio di stile ( o di marketing?).
Invece qui il creatore è riuscito nell'intento: anche ora che ne risento le note chiudendo gli occhi, questo profumo mi proietta sull'oceano, ma anche nel folto di una foresta e nei suoni selvaggi di una notte leoparda.
Del resto, avevo già riconosciuto in Andreoli uno speciale talento nel rendere olfattivamente luoghi e atmosfere, come ad esempio in Deep Island, Sentosa o Camouflage.
Ma il mio viaggio fra i profumi del mondo a Esxence 2016 non finisce qui...
Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi.
La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi
Ringrazio la la lettrice del mio blog, che ha scritto chiedendomi di recensire i profumi di questa Maison : non faccio recensioni, poichè non sono un'esperta, ma vado a caccia di emozioni profumate che qui certamente ho trovato.
Azzurro di Capri, un elegante esperidato che evoca le sognanti estati sull'isola, è la novità presentata a Milano, ma per me tutta la linea è stata un'inattesa scoperta.
Specie ora, risentendo le diverse fragranze al di fuori dell'atmosfera satura dei padiglioni, non riesco a smettere di provarle tutte : e sono una più bella dell'altra, persistenti e raffinate !
La mia preferita? Prima T, un bouquet di fiori strepitoso.
Senza dubbio, la maestrìa con cui vengono composte a mano queste essenze è esaltata dalla loro rara forma oleosa.
E, in tutte, si sente lo spirito comsopolita che il fondatore vi ha infuso, perpetuato dal figlio Brunello e da sua moglie Sonia.
Dall'azzurro del mare, alla dolcezza amorosa declinata in gusto e profumo : l'incontro fra la ricerca sensoriale del "naso" Arturetto Landi e quella del gelatiere-cioccolatiere Paolo Brunelli, ha dato vita a Dolce Passione.
La nuova fragranza di Pantheon Profumi, che continua la narrazione olfattiva dell' amore fra Raffaello Sanzio e Margherita (la famosa Fornarina), si struttura su un'inedita base di cioccolato fondente e tartufo bianco.
Come direbbe uno chef, ai due ingredienti afrodisiaci fanno da contorno note di miele, vaniglia, nocciola, muschio bianco e fava tonka, su un letto floreale nascosto nelle note di cuore...
Dolce Passione andrebbe "degustato" insieme con una speciale crema al cioccolato e frutti di sottobosco, contenuta in un tubetto identico a quello dei colori usati in pittura.
Io ho sentito la fragranza solo in fiera, fra le centinaia di effluvi vaganti nell'aria e ora non la ricordo bene, al di là dell'immediata impressione "gourmand" che ne ho avuto. Andrà risentita.
In compenso, ho già fatto fuori il tubetto di crema spalmabile avuto in regalo!
Proseguendo nel mio percorso, mi imbatto quasi per caso in quello che sarà uno degli incontri più emozionanti in assoluto.
Attratta da un interessante set di profumi da viaggio, mi fermo allo stand di Bottega Profumiera, un altro esempio di profumeria artigianale italiana, apprezzata nel resto del mondo, ma forse un po' snobbata in patria.
Appena dico che non voglio parlare di piramidi olfattive, se non dopo aver annusato le sue fragranze, faccio amicizia con Maurizio Lembo, titolare della maison e compositore delle essenze.
Ed ecco che, mentre mi perdo nell'estasi fiorita di Mon Jardin, si verifica uno di quegli arcani miracoli comunicativi tanto rari, quanto preziosi : mentre mi dice che la fragranza si ispira sì a un giardino, ma un giardino speciale, diverso da tutti...lo guardo e senza pensare dico : "Ninfa"!
Ossia, il favoloso giardino dichiarato Monumento Naturale che si trova nel Lazio, la cui immagine si era formata nella mia mente proprio mentre sentivo il profumo.
Guarda caso, Ninfa è proprio il luogo speciale dove Lembo va più volte l'anno per trarne ispirazione, luogo il cui spirito è infuso nella speciale malìa di un'essenza.
Telepatia o potere comunicativo dell'olfatto? Forse entrambi...
Rrose Sélavy era lo pseudonimo dell'esponente del dadaismo francese Marcel Duchamp, artista multiforme che si fece fotografare nelle vesti del suo "doppio" femminile dal fotografo Man Ray.
Altrettanto eclettica è la fragranza che porta lo stesso nome: tutte le note della rosa, anzi, di diverse rose (Rosa Turca, Rosa di Maggio, Rosa Michelle) sbocciano in successione, rese più vellutate e verdi da sentori di petali, gambo e foglie.Solo di rosa.
Io, che non amo le interpretazioni olfattive troppo pretenziose di questo fiore, di Rrose Sèlavy apprezzo l'intrigante semplicità, effetto che solo una sapiente orchestrazione di accordi può raggiungere.
Anche da Maria Candida Gentile ho visto flaconi delle sue Eau de Parfum in formato da viaggio, da 15 e anche da 7 ml.
Al termine della seconda giornata, ancorchè frastornata dalle luci e dalla folla, trovo ancora la forza di spiccare il volo verso mari lontani.
Sulle ali di Moorea, ultimissima composizione di Simone Andreoli, atterro in Polinesia e mi lascio cullare dalla carezza del vento profumato di fiori e frutti tropicali, cui si mescolano sentori di legno e spruzzi di schiuma salmastra.
Sapete che non mi faccio ingannare da un nome fintamente evocativo: se non ci sento esattamente quel che promette, per me rimane solo un esercizio di stile ( o di marketing?).
Invece qui il creatore è riuscito nell'intento: anche ora che ne risento le note chiudendo gli occhi, questo profumo mi proietta sull'oceano, ma anche nel folto di una foresta e nei suoni selvaggi di una notte leoparda.
Del resto, avevo già riconosciuto in Andreoli uno speciale talento nel rendere olfattivamente luoghi e atmosfere, come ad esempio in Deep Island, Sentosa o Camouflage.
Ma il mio viaggio fra i profumi del mondo a Esxence 2016 non finisce qui...
Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi.
La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi
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