Molise, terra che profuma di vento e d'acciaio - Prima parte : le origini della storia

Pubblicato il 11/03/2015



Così come mi aveva dato il benvenuto all'arrivo, il vento che ne spazza le alture ha scandito le tappe del mio primo soggiorno in Molise.
Vento che da quelle parti chiamano Voìra, vento tagliente come le lame degli arrotini che, dopo la seconda guerra mondiale, lasciarono Sant'Elena Sannita per cercare fortuna altrove.
Ed è proprio da qui, che è nato anche il mio breve viaggio. 

Poco più di un anno fa, trovai per caso la notizia di un nuovo Museo del Profumo, sorto in mezzo al nulla delle montagne sannite. 
Sempre a caccia di nuove mete olfattive, potevo forse farmi sfuggire l'occasione?
Inoltre, scoperte le vicende all'origine di tale apparente stranezza, la decisione di fare un giro laggiù fu presa.






La storia racconta che le ingegnose biciclette, con cui gli arrotini santelenesi giravano per Roma affilando forbici e coltelli, si mutarono prima in piccole botteghe di rasoi e accessori da barba, quindi in profumerie, man mano sempre più grandi e scintillanti.

Non furono magìe, ma coraggio e tenacia a compiere il prodigio: oggi, le più importanti profumerie della capitale (e non solo) sono in mano ai discendenti di quei pionieri. 
Alcuni sono diventati essi stessi creatori di essenze, famosi nel mondo della profumeria artistica.

I legami con Sant'Elena però non si sono mai spezzati: anzi, da quelle radici sono nati nuovi progetti, volti a dare impulso alla promozione del territorio.







Come il Museo, cresciuto nell'ambito del "Cammino del Profumo" , Fondazione sorta nel 2004 su iniziativa dell'Amministrazione Comunale e della stessa comunità di commercianti santelenesi sparsi nel centro Italia.

Alla fondazione fa capo anche un Polo Tecnologico di ricerca, per la coltivazione di essenze floreali di base per i profumi, gestito con la collaborazione dell'Università degli Studi del Molise.
Oltre 1000 metri quadrati di terreno, di pertinenza del Museo, sono destinati ad un Orto Botanico, dove raccogliere le 32 specie spontanee autoctone che più si prestano all'utilizzo nell'industria profumiera. 

Fra queste, alcune non sono finora mai state impiegate a questo scopo e potrebbero aprire interessanti prospettive nella creazione di future fragranze.
Ma scommetto che volete saperne di più sul Museo... ve ne parlo diffusamente nel prossimo post.


Questo articolo è stato scritto per Viaggi, Luoghi e Profumi.
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