Menta, Lavanda, Issopo, Elicriso e Melissa: sono le cinque essenze tipiche piemontesi che, con la loro fragranza, tessono il magico "filo d'Arianna" che guida il nuovo percorso multisensoriale di Mùses, la prima Accademia Europea delle Essenze.
Io ho partecipato alla sua inaugurazione e sono stata rapita
dall'audacia di un progetto che profuma di Rinascimento.
Immaginate inoltre di passeggiare
fra installazioni, strumenti e personaggi d'epoca, che svelano i segreti
dell'arte profumiera nei secoli, da Bisanzio a Venezia e dal Piemonte a Colonia,
a Firenze e al resto d'Europa.
Più che un museo, Mùses è un luogo di cultura "aperta" con cui ognuno può interagire, uno spazio collettivo dove imparare e re-imparare insieme antichi saperi, grazie anche all'aiuto dell'arte e della più avanzata tecnologia.
Allo stesso tempo, è un innovativo progetto di promozione turistica, che valorizza il territorio favorendo lo sviluppo di attività produttive tradizionali: proprio quello che, giusto un anno fa, auspicavo in un mio post dedicato al trascurato "marketing olfattivo" turistico.
In questo caso, assistiamo ad un esempio di rara ed efficiente sinergia fra operatori ed enti, privati e pubblici, che hanno saputo dar vita all'iniziativa utilizzando anche risorse messe a disposizione dall' Unione Europea.
Il percorso artistico
Strettamente intrecciati fra loro, il percorso artistico e quello olfattivo di Mùses vivono presso il magnifico Palazzo Taffini D'Acceglio, a Savigliano.
Non vi annoierò con la dettagliata descrizione dell'itinerario, che si snoda sui due piani del palazzo: è bene seguirlo in prima persona, per stupirsi e meravigliarsi come bambini di fronte alle opere d'arte antica e moderna ispirate al tema del profumo, che ne scandiscono le tappe.
Fra le opere di arte contemporanea, alcune mi hanno
particolarmente colpito: ad esempio, le magiche campane odorose di Maja Smrekar e Andrej Strehovec, dedicate
alle cinque principali essenze piemontesi.
Ci si entra, catturati come insetti in un fiore e, schiacciando una pompetta, si viene avvolti da una nuvola profumata dell'essenza corrispondente.
Oppure, il giardino di
piccoli fiori metallici di Kensuke Koike (foto di apertura) dotati di specchietti che creano suggestivi riflessi di luce, a simboleggiare il soffio fragrante sprigionato da un
flacone di profumo.
L'opera forse più emblematica è la "Palette del Pittore": una grande tavolozza in legno, acciaio e vetri di Murano, al centro del Giardino dei Sensi, che diventa una fontana da cui sgorgano vapori profumati che si alternano in diverse essenze.
Allo stesso tempo, è un innovativo progetto di promozione turistica, che valorizza il territorio favorendo lo sviluppo di attività produttive tradizionali: proprio quello che, giusto un anno fa, auspicavo in un mio post dedicato al trascurato "marketing olfattivo" turistico.
In questo caso, assistiamo ad un esempio di rara ed efficiente sinergia fra operatori ed enti, privati e pubblici, che hanno saputo dar vita all'iniziativa utilizzando anche risorse messe a disposizione dall' Unione Europea.
Strettamente intrecciati fra loro, il percorso artistico e quello olfattivo di Mùses vivono presso il magnifico Palazzo Taffini D'Acceglio, a Savigliano.
Non vi annoierò con la dettagliata descrizione dell'itinerario, che si snoda sui due piani del palazzo: è bene seguirlo in prima persona, per stupirsi e meravigliarsi come bambini di fronte alle opere d'arte antica e moderna ispirate al tema del profumo, che ne scandiscono le tappe.
Ci si entra, catturati come insetti in un fiore e, schiacciando una pompetta, si viene avvolti da una nuvola profumata dell'essenza corrispondente.
L'opera forse più emblematica è la "Palette del Pittore": una grande tavolozza in legno, acciaio e vetri di Murano, al centro del Giardino dei Sensi, che diventa una fontana da cui sgorgano vapori profumati che si alternano in diverse essenze.
L'opera di Franz Stahler si ispira ad un fregio della Sala degli
Dei, sita al primo piano del Palazzo, dove le dame si intrattenevano dissertando
di arte botanica e profumiera.
È da qui che rivive l'antico Genius Loci di Palazzo Taffini, dagli affreschi riecheggianti le incisioni del "De Florum Cultura", trattato seicentesco di scienza naturale e giardino del gesuita Giovan Battista Ferrari : grazie al racconto appassionato della curatrice storica di Mùses, Loredana De Robertis, ne ho potuto ammirare da vicino lo splendore.
L'arte gentile della Sala degli Dei trova il suo contrappunto nel
Salone d'Onore, dove si celebra il potere maschile della casata con la
rappresentazione epica delle battaglie, combattute dai Taffini al fianco dei
Duchi di Savoia.
Qui si viene sopraffatti dalla magnificenza dei dipinti e dall'energia guerriera che ancora sembra emanare dai tratti di uomini e
destrieri.
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