Le città del Profumo : Parma e la Violetta di Maria Luigia

Pubblicato il 4/28/2015


Il mio ricordo olfattivo degli anni vissuti a Parma da bambina, è quello di caffè appena tostato  misto a cacao, che si sprigionava da una torrefazione sotto i portici di via Farini che ora non esiste più.
In questi giorni invece le strade odorano più che mai di violetta, il fiore prediletto della Duchessa Maria Luigia, divenuto anche profumo e simbolo della città.

Ogni anno infatti, in primavera Parma si veste e profuma di viola dando vita alla manifestazione ParmaColorViola.

Purtroppo ne sono venuta a conoscenza in ritardo, perdendo così l'occasione di partecipare agli incontri di marzo, fra cui l'apertura straordinaria dell'Orto Botanico, con l'esposizione delle storiche violette a fiore doppio, i concerti e le presentazioni sul tema.

Fortunatamente, fino al 31 maggio è ancora visitabile la piccola, ma interessante  mostra "Il Posto delle Viole" , che non mi sono lasciata scappare.


Deus ex-machina dell'iniziativa è Carlo Pioli,  attuale erede della tradizione Borsari, la casa di profumeria fondata nel 1870 da Lodovico Borsari, nota in tutto il mondo proprio per la sua celebre "Violetta di Parma". 

L'esposizione, visitabile su appuntamento telefonando al numero 0521 287226 , raccoglie alcuni preziosi pezzi della Collezione Borsari, custoditi nel Museo del Profumo un tempo allestito presso la sede della Borsari 1870.
Stringe il cuore vedere questi tesori, testimonianze di arte e cultura oltre che di profumeria, confinati in sole due stanze! 
Pare infatti che l'appoggio all'attività del Museo, promesso dall'Amministrazione Comunale, sia rimasto lettera morta.

Se questo patrimonio l'avessero i francesi, saprebbero bene come valorizzarlo e renderlo un'attrazione turistica permanente !
Così invece  preziosi cimeli come manoscritti, flaconi d'epoca, stampe, poster e reperti rimangono quasi nascosti e negletti.



Il progetto di Carlo Pioli, è quello di riportare la coltivazione di Violetta di Parma ( una specie di Viola Odorata a fiore doppio, diversa dalla violetta selvatica che conosciamo) nelle serre del Giardino  Ducale, ora abbandonate.

Le serre dovrebbero diventare anche uno spazio dove il tema della tradizione della viola sia raccontato in tutti i suoi vari aspetti : quello botanico con la coltivazione delle viole e corsi di disegno naturalistico; quello culturale con l’esposizione permanente della Collezione storica Borsari e la raccolta di tutte le fonti letterarie e artistiche che hanno come protagonista la viola, insieme a una galleria di personaggi che con la loro vita e le loro opere hanno contribuito al nascere e al diffondersi di questa tradizione. 
Qualche nome? Linneo, Proust, Giuseppe Verdi, Napoleone, Maria Luigia D'Austria...



E naturalmente l'aspetto olfattivo, con la ricerca e l'analisi scientifica. 
L'esposizione è allestita a pochi metri dal negozio della Borsari "Parma Color Viola" che si trova in pieno centro storico, in Strada della Repubblica al 2.
L'ingresso del negozio è piccolo e se non fosse per la fragranza che sprigiona fin sul marciapiede, potrebbe passare inosservato.Il locale è affascinante ed è rimasto come quando fu aperto, ai primi del '900, inclusa la bellissima vetrina esterna girevole che ogni sera viene ritirata dal piano strada.

Anche qui si trovano altri pezzi del Museo e le  linee storiche della Borsari, come quella battezzata "Viaggio In Italia" ,




La regina è sempre però lei, la Violetta di Parma, il cui aroma discreto sembra impregnare le pareti.

Il legame che unisce la città a questo fiore-profumo-colore ha radici profonde: fu l'amatissima Duchessa Maria Luigia  nel suo periodo parmense a promuovere la creazione della prima fragranza alla Violetta di Parma, formulato per la prima volta per lei dai frati del convento della SS. Annunziata. 

La stessa formula fu poi ripresa da Lodovico Borsari, che ne fece un successo internazionale.



Storia, aneddoti e notizie sulla sovrana e la sua predilezione per questo fiore si trovano nell'interessante volume edito dal Museo Glauco Lombardi, dal titolo "Maria Luigia e la violetta di Parma".

I poveri della città, ogni volta che le portavano un mazzetto di viole, venivano ricompensati con delle mance: un documento originale  che ne riporta il computo è visibile proprio presso la mostra "Il posto delle Viole".
Leggendolo, ho scoperto inoltre che Napoleone (anch'esso appassionato del fiore) era soprannominato dai suoi seguaci "Caporal Violette" o "Père la Violette".

Un'incisione satirica conservata al British Museum di Londra, mostra l'imperatore francese infilato in un enorme bouquet di viole e scaraventato sull'isola di Sant'Elena dal generale Wellington, dopo la sconfitta di Waterloo.




Nel mio piccolo, anch'io ho un legame particolare con la Violetta di Parma: è sempre stato il profumo preferito di mia madre ed è quindi legato agli anni della sua giovinezza e della mia infanzia.

Personalmente non l'ho mai trovata una fragranza da "vecchie signore", come ingiustamente catalogata dai più.
Penso invece che, sotto la prima impressione di falsa "semplicità" possieda inedite sfumature di passione e di mistero.
Proprio come la città da cui prende il nome.

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2 commenti

  1. Annamaria Poliaprile 28, 2015

    Wanda, ti ringrazio x il bell'articolo che contiene anche la dritta x andare a scoprire di più di questo profumo dolce e romantico...so benissimo dov'è il negozio di cui parli..è sempre un piacere fermarsi a guardare le sue vetrine x quell' aria d'altri tempi. Parma mi chiama, approfitterò x tornarci volentieri...qualche anno fa la frequentavo moltissimo ed ho amici che non vedo da un pò...un saluto amichevole Annamaria

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    1. Ciao Annamaria, scusa se ti rispondo solo ora ma il tuo commento era inspiegabilmente finito fra lo spam. Fai bene a tornare a Parma, e' una bellissima città, elegante e ricca di cose da vedere. Io stessa ho voglia di tornarci subito, per vedere altre "chicche" che ho scoperto solo dopo...

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