Stamattina ero decisa a ignorare la valanga di sciocchezze e ipocrisie che, come ogni anno accade, celebrano la cosiddetta "Festa della Donna".
Poi però, leggendo un post controcorrente (e per stomaci forti...) di Liliana Monticone, mi sono accorta che qualcosa volevo scrivere anch'io su questo famigerato 8 marzo che, come San Valentino, Halloween e compagnia cantando, è diventato ormai un trito circo mediatico, alimentato dal marketing.
Anzi, ne è scaturito uno di quei post che ti premono in testa e non ti lasciano in pace finchè non ti siedi a scrivere... Poi però, leggendo un post controcorrente (e per stomaci forti...) di Liliana Monticone, mi sono accorta che qualcosa volevo scrivere anch'io su questo famigerato 8 marzo che, come San Valentino, Halloween e compagnia cantando, è diventato ormai un trito circo mediatico, alimentato dal marketing.
Mi sono venute in mente tutte le donne, giovani, vecchie e bambine, che ho incontrato nei miei quarant'anni di viaggi e, in special modo, quelle che vivono in paesi dove l'8 marzo è solo un altro giorno di fatica.
Quelle che, se anche sapessero quale significato noi gli diamo, non si sognerebbero mai di festeggiarlo, perchè per loro tutto l'anno è solo sofferenza, quando non morte e paura.
Per questo, oggi voglio ricordare le donne che in Algeria hanno cucinato e condiviso con me il poco che avevano.
Chissà se sono sopravvissute all'orrore che di lì a poco avrebbe travolto il paese.
E le donne dell'Atlante marocchino, che mi hanno invitato nella loro dimora con un sorriso, o le braccianti che raccoglievano i petali di rose nei campi, agghindate come principesse.
Ho ancora negli occhi le figure delle donne del Nepal, che si arrampicavano sui sentieri di montagna curve sotto enormi fascine, o intente a fare il bucato sulla soglia dei loro tuguri.
Gli uomini? In maggior parte intenti a ciondolare col rosario in mano, o seduti al caffè a fumare e bere.
Così come in Madagascar : anche qui, le donne indaffarate a racimolare quanto serve per la famiglia, vendendo qualche ortaggio al mercato, o usate come bestie da soma, ma sempre con i loro bambini accanto.
E le vecchie, le mani deformate dall'artrite, ancora ai remi delle barche piatte, al mercato galleggiante di Bangkok, mentre le giovani madri trovavano il modo per giocare coi loro piccoli anche in mezzo alle misere mercanzie.
Non esiste pensione nemmeno per le anziane incontrate in Malesia, impegnate nella preparazione del pasto, ma sempre apparentemente serene.
Non esiste pensione nemmeno per le anziane incontrate in Malesia, impegnate nella preparazione del pasto, ma sempre apparentemente serene.
Tutte donne forti, di quella forza senza ostentazione che nasce dalla dignità inconscia di adempiere al proprio compito.
In alcune, la dignità diventa fierezza che traspare dai gesti, come nelle donne della Mongolia mentre si occupano del bestiame, o della costruzione della Gher, la tipica abitazione smontabile delle popolazioni nomadi.
Nessuna, quale che fosse la miseria o la fatica della loro condizione, ha mai mancato di sorridermi o di offrirmi ospitalità. Anche se non parlavamo la stessa lingua, riuscivamo sempre a comunicare, grazie al linguaggio segreto che ci accomunava, radicato nella profondità del nostro essere donne
Non c'è stato bisogno di parole ad accompagnare il gesto antico della contadina che, in in una brulla campagna della Grecia, mi ha offerto in regalo una manciata di fichi caldi di sole.
Oggi voglio ringraziare e onorare tutte queste donne che ho incontrato in carne e ossa, ma anche quelle che ormai non c'erano più da tempo.
Come le vedove indiane del Rajasthan, ormai presenti solo nell'orma tremenda delle loro mani, impressa su una parete appena prima di fare "sati", gettandosi vive sulla pira nella quale ardevano gli sposi defunti.
Questo
articolo è stato scritto per Viaggi,
Luoghi e Profumi. La
riproduzione, totale o parziale, è
vietata e l'originale si trova solo su Viaggi,
Luoghi e Profumi.
E invece hai fatto bene a scrivere..sempre cose interessanti e insolite...anche x te un sacco di auguri affettuosi....ciaooooo Annamaria
RispondiEliminaAnnamaria, dobbiamo renderci conto che siamo fortunate, rispetto a queste nostre sorelle. Grazie per le tue parole e buona serata anche a te
RispondiEliminaChe dire... Che siamo fortunate,,,e che nonostante questa fortuna vogliamo sempre di più... Non siamo capaci oggi giorno di sorridere anche col cuore,come fanno queste Donne specoali GRAZIE xche' con la tua conoscenza dell'altra parte del mondo..ci fai capire e riflettere quanto sia importante godere di ciò che si ha..la ricchezza nom sta nelle feste dell marketing... Ma nelle piccole cose che fanno grande la VITA.
RispondiEliminaSi Chiara, in confronto alle donne di cui parlo siamo fortunate. Ma questo non significa che anche in Occidente la condizione femminile non risenta ancora di numerose disparità. Concordo con quanto scrivi, sull'importanza di godere di ciò che si ha : ma, anche per le nostre figlie, è giusto continuare a lavorare per ottenere un futuro più giusto.
Elimina