Conosciuto
in Oriente col nome di "Fiore del Tempio" l'albero di frangipane (plumeria) veniva piantato
in prossimità di templi e tombe e il suo fiore utilizzato come offerta nelle
cerimonie induiste.
La
sua capacità di continuare a fiorire a lungo, anche dopo essere
stato scalzato dalla terra, valse alla sua squisita fragranza il nome di "profumo eterno".
A
Bali lo chiamano jepun ed è diventato il fiore sacro per eccellenza.
Sull'isola,
i fiori non vengono scambiati come omaggio personale, ma sono il
principale elemento delle composizioni cerimoniali lasciate in offerta presso i templi, intorno alle abitazioni, ma anche per strada, in riva al mare e nelle foreste, ovunque vi sia la presenza di Dei e spiriti da onorare.
Ogni giorno le
donne balinesi trascorrono diverse ore confezionando questi sacri cestini, intrecciando foglie di palma e decorandoli con fiori,
ma aggiungendo anche frutta, cibo e bastoncini di incenso.
Al sorgere del sole si aggirano silenziose, a deporre con grazia innata le loro preghiere profumate.
Al sorgere del sole si aggirano silenziose, a deporre con grazia innata le loro preghiere profumate.
I
fiori di frangipane però adornano anche le elaborate acconciature delle
danzatrici, o fungono da rosario profumato nelle mani degli uomini in
preghiera.
Ve ne sono di ogni tipo e colore : i fiori della varietà jepun cendana, vengono essiccati e utilizzati nella fabbricazione di incenso o di cosmetici.
Nel centro della caotica capitale Denpasar, c'è un'oasi di pace fragrante: il Taman Jepun o Bali Frangipani Botanical Garden.
Qui il suo fondatore Gede Oka Dipa, dal 2011 raccoglie circa 400 alberi di frangipane di varietà diverse, alcuni autoctoni, altri importati da India, Thailandia, America Latina o dalle Hawaii.
Specialmente nel periodo della fioritura, da maggio a novembre, il giardino è un tripudio di colori e profumi che stordiscono.
Il giardino è aperto dalle 7.00 alle 20.00 ed è possibile anche cenare nel suo romantico ristorante.
I campeggiatori possono inoltre approfittare dell'apposita area camping e i bambini del parco giochi loro dedicato.
Come arrivare a Bali e come spostarsi sull'isola
Prima della partenza, è bene informarsi presso l'ambulatorio di medicina dei viaggi della propria ASL circa le vaccinazioni consigliate e sulla profilassi antimalarica.
L'aeroporto
internazionale di Denpasar è servito da numerosi voli provenienti da
tutto il mondo. Dall'Europa, i voli più economici sembrano essere
quelli via Londra per Jakarta, dove si trovano coincidenze per Bali.
Per un
soggiorno non superiore ai 30 giorni, il visto può essere rilasciato
all'arrivo in aeroporto.
Dal punto di
vista climatico il periodo migliore va da aprile a ottobre, evitando
se possibile l'affollamento di luglio, agosto e settembre.
Nel resto
dell'anno piove con più frequenza, ma non in maniera tale da
proibire il viaggio.
Da Natale
alla fine di gennaio però Bali è invasa da turisti australiani e
indonesiani.
Per
spostarsi in libertà sull'isola, si può noleggiare una motocicletta o
un auto, ricordando che la guida è a sinistra, il traffico piuttosto
vivace e ...si usa molto il clacson!
La rete di
trasporto pubblico consiste in autobus, bemo (minibus) e
taxi.
Dove e come alloggiare
In genere, i gruppi organizzati alloggiano nei grandi hotel internazionali che si affacciano sulle spiagge di Kuta, Sanur o Nusa Dua.
In genere, i gruppi organizzati alloggiano nei grandi hotel internazionali che si affacciano sulle spiagge di Kuta, Sanur o Nusa Dua.
Si trovano però anche piccole, graziose guest house meno costose e sicuramente più in armonia con l'ambiente.
Se riuscite a fare a meno del bungalow "pieds dans l'eau" e volete entrare davvero nello spirito della vita balinese, l'ideale è trovarne una immersa nella vegetazione intorno a Ubud e di lì spostarsi sull'isola.
Cosa fare a Bali
In prima battuta, mi verrebbe da dire: andate a zonzo e godetevela.
Semplicemente lasciandovi andare alla sua atmosfera gentile, pur se a volte guastata dall'aggressività di alcuni insistenti personaggi che si propongono come guide o che vogliono vendervi a tutti i costi qualcosa (a caro prezzo).
Sono l'incarnazione degli spiriti malevoli che i balinesi comunque cercano di placare con le loro offerte fiorite.
Se ne incontrate qualcuno, sorridete ma siate fermi e non date loro corda. Si stancheranno e andranno a disturbare qualcun altro.
A parte questo le cose da vedere e da fare sono molte: fra queste, in ordine sparso, ne cito alcune fra quelle che mi sono piaciute di più.
Prima di tutto, la visita di Ubud e dei suoi mille atelier artistici. Negli immediati dintorni, potete avventurarvi nei sentieri fra le risaie, nella Foresta delle Scimmie oppure nella valle del fiume Ayung.
A 12 km verso nord, le sacre fonti di Tirta Empul : due vasche rettangolari con quindici getti d'acqua santa che purificano dalle malattie dando l'immortalità.
Purtroppo, il luogo è infestato da quei demoni umani di cui parlavo sopra, che molestano i visitatori occidentali.
Vale comunque la pena di vedere i riti di abluzione e il fervore devozionale dei pellegrini.
Poco lontano da qui, prima del villaggio di Tampaksiring, le pittoresche rovine di Gunung Kawi : un'impressionante canyon d'acqua smeraldina, sulle cui pareti di pietra sono state scolpite due file di mausolei rupestri del X° secolo, molto ben conservati.
Proseguendo verso nord, il Monte Batur e, possibilmente, l'ascesa alla cima da farsi all'alba. Dopo l'Agung, questa è la più sacra tra le montagne balinesi, che ha dato origine a numerosi miti.Si può arrivare in auto fino a buon punto e proseguire a piedi fino al cratere mediano.
A seconda del punto di partenza, si possono impiegare 2 o 3 ore.
Merita un'escursione anche Trunyan, antico villaggio bali aga (l'originaria etnia aborigena di Bali) annidato sotto una scoscesa parete del cratere e raggiungibile solo in barca dal lago.
Il suo severo tempio conserva una statua megalitica considerata la più grande dell'isola.
Se ve la sentite, scegliete un giro che vi porti anche al cimitero, dove le spoglie dei defunti non vengono cremate, bensì lasciate all'aperto, fra i rami di alcuni alberi di banyan. Questi, grazie al loro particolare aroma, nascondono l'odore di putrefazione dei cadaveri.
Per trovare il sapore più selvaggio dell'isola, conviene spingersi nel'estrema punta a nord ovest, dove ora 20.000 ettari di terra e 7.000 di barriera corallina e acque costiere formano il territorio del Taman Nasional Bali Barat, il Parco Nazionale di Bali Occidentale.
E le spiagge? Le più famose si trovano a sud: Kuta e Legian, un tempo meta di routards giramondo, ora regno di surfer, studenti australiani e ambulanti. Folle e caotica, è il centro della movida locale.
Sanur è l'alternativa più tranquilla e costosa, dove approdano le comitive all inclusive che si rinchiudono nei loro recinti per turisti.
Infine Nusa Dua, l'enclave più lussuosa, isolata nella punta meridionale di Bukit, dove si trovano spiagge magnifiche e hotel di sogno, progettati secondo lo stile tradizionale balinese.
Prima di tutto, la visita di Ubud e dei suoi mille atelier artistici. Negli immediati dintorni, potete avventurarvi nei sentieri fra le risaie, nella Foresta delle Scimmie oppure nella valle del fiume Ayung.
A 12 km verso nord, le sacre fonti di Tirta Empul : due vasche rettangolari con quindici getti d'acqua santa che purificano dalle malattie dando l'immortalità.
Purtroppo, il luogo è infestato da quei demoni umani di cui parlavo sopra, che molestano i visitatori occidentali.
Poco lontano da qui, prima del villaggio di Tampaksiring, le pittoresche rovine di Gunung Kawi : un'impressionante canyon d'acqua smeraldina, sulle cui pareti di pietra sono state scolpite due file di mausolei rupestri del X° secolo, molto ben conservati.
Proseguendo verso nord, il Monte Batur e, possibilmente, l'ascesa alla cima da farsi all'alba. Dopo l'Agung, questa è la più sacra tra le montagne balinesi, che ha dato origine a numerosi miti.Si può arrivare in auto fino a buon punto e proseguire a piedi fino al cratere mediano.
A seconda del punto di partenza, si possono impiegare 2 o 3 ore.
Merita un'escursione anche Trunyan, antico villaggio bali aga (l'originaria etnia aborigena di Bali) annidato sotto una scoscesa parete del cratere e raggiungibile solo in barca dal lago.
Il suo severo tempio conserva una statua megalitica considerata la più grande dell'isola.
Se ve la sentite, scegliete un giro che vi porti anche al cimitero, dove le spoglie dei defunti non vengono cremate, bensì lasciate all'aperto, fra i rami di alcuni alberi di banyan. Questi, grazie al loro particolare aroma, nascondono l'odore di putrefazione dei cadaveri.
Per trovare il sapore più selvaggio dell'isola, conviene spingersi nel'estrema punta a nord ovest, dove ora 20.000 ettari di terra e 7.000 di barriera corallina e acque costiere formano il territorio del Taman Nasional Bali Barat, il Parco Nazionale di Bali Occidentale.
Sanur è l'alternativa più tranquilla e costosa, dove approdano le comitive all inclusive che si rinchiudono nei loro recinti per turisti.
Infine Nusa Dua, l'enclave più lussuosa, isolata nella punta meridionale di Bukit, dove si trovano spiagge magnifiche e hotel di sogno, progettati secondo lo stile tradizionale balinese.
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Foto magnifiche descrizioni di bali meravigliosa,io che ci vivo vedo e respiro ben altra cosa...
RispondiEliminaOreste, questo è quanto ho vissuto io nel mio viaggio. Certamente, abitare un luogo permette di coglierne anche gli aspetti che durante una sosta limitata non si vedono. Grazie per il tuo contributo
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