Quello che sorgeva nel XIII° secolo
intorno al convento nel cuore di Firenze, non esiste più da tempo.
Era l'
Hortus Conclusus, dove i
frati domenicani coltivavano le piante officinali, ossia gli ingredienti principali delle specialità che resero celebre l'Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
Ora,
come riprendendo forma dal passato, quel giardino è risorto sulle
colline di Castello, proprio a fianco della celebre Villa Medicea della Petraia e non lontano dallo stabilimento dell'Officina.
Così, dove prima erano solo campi, punteggiati dall'argento degli olivi adesso crescono anche fiori, piante aromatiche e medicamentose, in un percorso ideale a indurre una meditazione orchestrata dalla stimolazione dei sensi.
Così, dove prima erano solo campi, punteggiati dall'argento degli olivi adesso crescono anche fiori, piante aromatiche e medicamentose, in un percorso ideale a indurre una meditazione orchestrata dalla stimolazione dei sensi.
Certo, è un giardino in divenire, che
non ha ancora pienamente espresso le sue potenzialità, ma sarà
bello seguirne lo sviluppo nel tempo.
Da
subito però, protagoniste sono le rose : l'antica Clair
Matin e la barocca
Pierre de Ronsard, più che
l'olfatto colpiscono la vista, col tripudio di corolle rosate che
accoglie immediatamente dopo l'ingresso.
Per inebriarsi davvero del profumo di rosa, bisogna però chinarsi sui cespugli della Rosa Novella, piantati al margine del sentiero che scende fino al laghetto.
Creata appositamente per il giardino di Santa Maria Novella da Roberto Cavina, è un ibrido di rosa gallica la cui fragranza sfugge già con prepotenza dagli stretti boccioli.
E ancora, tralci di caprifoglio e gelsomino esalano il loro sentore dal perimetro della recinzione, quasi a segnare un ideale confine olfattivo con l'altrove.
D'inverno, sarà invece il calycantus a montare la guardia, emanando il miele soave dei suoi fiori dorati.
E ancora, tralci di caprifoglio e gelsomino esalano il loro sentore dal perimetro della recinzione, quasi a segnare un ideale confine olfattivo con l'altrove.
D'inverno, sarà invece il calycantus a montare la guardia, emanando il miele soave dei suoi fiori dorati.
All'interno, il cuore odoroso del giardino batte nei cespugli di melissa, lavanda e timo, ma anche nelle foglie della Balsamite major, dal delicato aroma di menta e salvia.
Di
aspetto modesto (per ora sembra solo una comune insalata) è tuttavia
l'anima antica del luogo : è infatti la pianta officinale per
eccellenza, usata fin dal 1600 dai domenicani per la
preparazione dell'Acqua
Antisterica e
delle Pasticche
di Santa Maria Novella.
Popolarmente
nota anche col nome di "Erba di Santa Maria", possiede
proprietà terapeutiche principalmente antispasmodiche e digestive.
Lontano dai rumori della città, che si intravede sullo sfondo, l'udito può distinguere il suono dei propri passi sulla ghiaia e quello dell'acqua, che gocciola dalla fontana o scorre nel laghetto dall'atmosfera zen.
Lontano dai rumori della città, che si intravede sullo sfondo, l'udito può distinguere il suono dei propri passi sulla ghiaia e quello dell'acqua, che gocciola dalla fontana o scorre nel laghetto dall'atmosfera zen.
Panchine e sedute di ogni forma invitano alla sosta e alla contemplazione, per assaporare le mille sollecitazioni che si incontrano a ogni angolo.
A dire il vero, la cerimonia di inaugurazione del giardino che si è tenuta pochi giorni fa, è stata festeggiata da un banda musicale, sottraendo forse un po' di riserbo alla prima visita. Ma è giusto così.
Sarà un ottimo pretesto per ritornare presto in tutta calma, magari per contemplarne i caldi colori nell'autunno.
Altri dettagli sul giardino cliccando qui
Altri dettagli sul giardino cliccando qui
Questo
articolo è stato scritto per Viaggi,
Luoghi e Profumi.
La
riproduzione, totale o parziale, è
vietata e l'originale si trova solo su Viaggi,
Luoghi e Profumi.
Nessun commento
Posta un commento