D'estate, in Grecia, i profumi della natura bisogna cercarli, nascosti nelle foglie quasi secche della bassa vegetazione che ricopre le colline, ormai resi esausti dal sole e dal vento.
Resistono solo gli aromi più forti, nelle pinete o nei boschi delle verdi isole delle Sporadi o del Mar di Tracia.
Quest'anno, per assistere alle celebrazioni della Pasqua Bizantina, sono tornata a Patmos in primavera ed ho scoperto come in questa stagione le fragranze ti vengono incontro ad ogni passo, sprigionate dai giardini, o dalla fioritura del manto d'erba nato dai temporali.
Subito, appena sbarcata dal traghetto, ecco la fragranza dei fiori di Pitosforo, che qui chiamano "Angheliki", forse proprio a causa della soavità del suo profumo, che ricorda quello dei fiori d'arancio.
Scopro che quasi in ogni vicolo si affacciano questi arbusti, spuntando dai bianchi muretti, la chioma ronzante di api, e mi accorgo che sono presenti in ogni giardino, che sia di un'abitazione privata o di un monastero.
Pianta esotica, ma di facile adattamento alle torride estati greche, riscatta il suo riserbo del resto dell'anno con la gloriosa fioritura primaverile.
Altrettanto onnipresenti, le margherite: non solo nei prati e nei campi, ma in ogni spicchio di terra possibile, anche fra le case, ai bordi delle strade e fra i ruderi.
Il loro lieve sentore, che sa un poco di camomilla scaldata dal sole, è discreto, e si intensifica ad ogni alito di brezza.
Ma è camminando sui sentieri, che si è circondati da cuscini fioriti di ogni specie e colore, la cui fragranza è una mescolanza dei più diversi aromi, ancor più penetrante dopo i brevi, ma frequenti scrosci temporaleschi.
Occorre quindi fermarsi e cogliere una foglia o un fiore per distinguere le singole note di questa sinfonia odorosa : stropicciare le foglioline appiccicose e balsamiche del cisto ( gli antichi lo chiamavano ladano) scaldare fra le mani gli steli del solare elicriso, o riempirsi le tasche di rametti di lavanda selvatica, dai curiosi fiori bulbosi blu-violetto...
La lavanda selvatica accompagna anche tutti gli intensi riti della Settimana Santa, sui sagrati delle chiese e sul percorso delle processioni, in cui rametti cosparsi al suolo e calpestati dal passaggio di fedeli e officianti, rendono omaggio alla Resurrezione emanando profumo, come in una sorta di sacrificio.
Al culmine delle celebrazioni, il loro aroma lievemente canforato si fonde con quello estatico dell'incenso e con la nota di miele della cera delle candele, accese con la Sacra Luce giunta appositamente in volo da Gerusalemme.
Ed è così che l'aura potentemente mistica che pervade l'isola, si avvale della dimensione eterea e sacrale del profumo, come mezzo di comunicazione col Divino, preghiera odorosa che sale nel luminoso cielo di Grecia.
Informazioni su come arrivare a Patmos, cliccando QUI
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Il loro lieve sentore, che sa un poco di camomilla scaldata dal sole, è discreto, e si intensifica ad ogni alito di brezza.
Ma è camminando sui sentieri, che si è circondati da cuscini fioriti di ogni specie e colore, la cui fragranza è una mescolanza dei più diversi aromi, ancor più penetrante dopo i brevi, ma frequenti scrosci temporaleschi.
Occorre quindi fermarsi e cogliere una foglia o un fiore per distinguere le singole note di questa sinfonia odorosa : stropicciare le foglioline appiccicose e balsamiche del cisto ( gli antichi lo chiamavano ladano) scaldare fra le mani gli steli del solare elicriso, o riempirsi le tasche di rametti di lavanda selvatica, dai curiosi fiori bulbosi blu-violetto...
La lavanda selvatica accompagna anche tutti gli intensi riti della Settimana Santa, sui sagrati delle chiese e sul percorso delle processioni, in cui rametti cosparsi al suolo e calpestati dal passaggio di fedeli e officianti, rendono omaggio alla Resurrezione emanando profumo, come in una sorta di sacrificio.
Al culmine delle celebrazioni, il loro aroma lievemente canforato si fonde con quello estatico dell'incenso e con la nota di miele della cera delle candele, accese con la Sacra Luce giunta appositamente in volo da Gerusalemme.
Ed è così che l'aura potentemente mistica che pervade l'isola, si avvale della dimensione eterea e sacrale del profumo, come mezzo di comunicazione col Divino, preghiera odorosa che sale nel luminoso cielo di Grecia.
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