Chiudo gli occhi, e ricordando il
Natale come lo vivevo da bambina, vengo ancora assalita dai suoi
profumi. Subito, quello degli agrumi : scorze di arancio e
mandarino, messe sulla stufa o sul fornello perché il calore ne
sprigionasse l'inconfondibile aroma.
Oppure sempre le arance, ma irte di chiodi di garofano: primi semplici deodoranti per ambienti, precursori casalinghi delle odierne e costose candele profumate.
A questi sentori, si fondevano le note boschive degli aghi di abete dell'albero di Natale, che sapeva ancora di freddo.
Allora, nessuno avrebbe mai pensato ad un albero sintetico : grande o piccolo che fosse, era l'incarnazione vegetale dello Spirito Natalizio, presente in tutta la casa nella sua essenza più eterea.
E l'odore terroso del muschio : si andava a raccoglierlo fresco, per creare il tappeto su cui appoggiare le statuine del Presepe, estratte dallo scatolone un po' polveroso riposto in cantina, come lo sfondo di cartapesta che fungeva da cielo stellato.
La sera della Vigilia , la casa era
invasa dagli effluvi provenienti dalla cucina, laboratorio alchemico
in cui nasceva la magia del cibo festivo.
Ecco allora il caldo, carnale odore del brodo e quello speziato di noce moscata del ripieno dei tortellini, prodotti da una sorta di catena di montaggio familiare in cui ognuno aveva il proprio ruolo : la nonna stendeva la sfoglia e la tagliava in quadratini, io vi ponevo al centro una pallina di ripieno, mentre la mamma e le zie li richiudevano con mossa esperta, fra chiacchiere e assaggi furtivi di qualche tortellino riuscito un po' storto...
Un'apoteosi di odori, prima che di
sapori con cui senza saperlo, come facevano gli Antichi, stavamo
ancora una volta celebrando il ritorno della Luce sulla terra,
promessa di calore, nuova vita e prosperità al termine
dell'oscurità invernale.Ecco allora il caldo, carnale odore del brodo e quello speziato di noce moscata del ripieno dei tortellini, prodotti da una sorta di catena di montaggio familiare in cui ognuno aveva il proprio ruolo : la nonna stendeva la sfoglia e la tagliava in quadratini, io vi ponevo al centro una pallina di ripieno, mentre la mamma e le zie li richiudevano con mossa esperta, fra chiacchiere e assaggi furtivi di qualche tortellino riuscito un po' storto...
Più tardi, la messa di mezzanotte, in
cui le volute d'incenso avvolgevano l'altare e i fedeli, in un sublime
contrappunto olfattivo ai canti tradizionali e alle
preghiere.
I profumi di uvetta e di canditi del fragrante panettone, arricchito da spumosa panna montata, ci attendevano a casa, in uno spuntino notturno fra sussurri e risate.
I profumi di uvetta e di canditi del fragrante panettone, arricchito da spumosa panna montata, ci attendevano a casa, in uno spuntino notturno fra sussurri e risate.
E finalmente Natale, col trionfo del
grasso cotechino, del frizzante erbaceo Lambrusco, dei tortellini e
del lesso con salsa verde, degli esotici datteri... e ancora di
panettone, torrone, e pesantissimi dolci natalizi al miele e frutta
secca, oppure delle finte monete di cioccolato, appese ai rami
dell'albero...
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