Profumi in viaggio a Pitti Fragranze 2016 - Prima parte

Pubblicato il 9/22/2016

Hanging Gardens of Babylon - 16th century engraving by Dutch artist Martin Heemskerck.


Lo so, l'anno scorso avevo detto che non avrei messo più piede a Pitti Fragranze, ma erano tanti gli amici che volevo salutare e troppe le novità annunciate per rinunciare...
E sono contenta di esserci andata perché, anche se sono rimasta solo mezza giornata, molti sono stati i nuovi profumi coi quali ho potuto "viaggiare a naso".

Il punto di partenza non poteva che essere lo stand di Neela Vermeire, nel quale mi aspettava l'ultima fragranza di questa squisita signora, la cui missione è' quella di far conoscere la sua terra d'origine attraverso un mosaico di affascinanti affreschi olfattivi.
Il nome di Rahele, composizione firmata da Bernard Duchafour, significa "viaggiatore" e si ispira appunto al viaggio intrapreso separatamente da tre francesi nel 17 secolo, all'epoca di Luigi XIV.
Tavernier, Bernier e Thévenot si recarono in India ognuno con uno scopo diverso: il primo gioielliere a caccia di gemme preziose, il secondo medico alla corte di Shah Jahan e il terzo botanico e linguista. 

Rahele,Neela Vermeire

Solo due di loro si incontrarono, ma tutti lasciarono traccia delle loro esperienze in libri e trattati, a testimonianza del magico mondo delle corti Moghul raccontato da un  punto di vista "parigino". 

Ed anche in Rahele, Oriente e Occidente si incontrano intorno al tema principale del fiore di Osmanthus, insieme alle note legnose e speziate dell'India e a quelle floreali ed erbacee proprie della profumeria classica francese. 
L'ho sentito solo una volta e non ho alcun campione con cui ripetere l'esperienza mentre scrivo, ma ricordo che mi ha suggerito immagini di raffinatezza cosmopolita, scaturita dall'incontro di due mondi diversa cultura.


Porta di Ishtar in Lapislazzuli, Antica Babilonia  Di Josep Renalias - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3414093

A pochi passi mi sono trovata in Mesopotamia, con l'azzurro bagliore del Lapislazzuli, la mitica Gemma che i Sumeri chiamavano "Pietra del Cielo", carica di poteri magici e divini. Anche gli antichi egizi ne ricavavano statuette e amuleti protettivi e Olivier Durbano ne ha idealmente distillato l'essenza nella  12 fragranza della sua collezione.

Lapis-Lazuli esprime la sua anima mistica con note di testa di Assenzio, Cipresso e Albero del The, cui subentrano Timo, latte vegetale e Iris. Al fondo, rimane il sentore legnoso di cedro, insieme a Vetiver, Ambra grigia, Elemi e muschio.

Una fragranza asciutta e penetrante, che spicca il volo verso il "celestiale" tramite componenti dal carattere fortemente terreno, se non addirittura provenienti dal sottosuolo. Ma si sa, come disse Ermete Trismegisto  "come in alto, così in basso" e un compositore di profumi di ispirazione esoterica come Durbano, non poteva che tenerne conto.


Pineta
Profumi del Forte


Echi di mitologia anche da Profumi del Forte, marchio che ho conosciuto per la prima volta  qui e che mi ha colpito anche per la sobria eleganza del nuovo packaging, oltre che per la suggestione della sua ultima proposta.
Mythical Woods vuol essere un omaggio al Bosco Sacro, mito che si ritrova  in molte antiche culture di tutto il mondo. 

L'accordo di sandalo, oud e ambra, cui lo zafferano dona grazia e magia,  non evoca tanto un luogo preciso, quanto il concetto archetipico di una selva fantastica, vivo nella nostalgia di un altrove che è diverso per ognuno di noi.
Mentre scrivo e lo annuso sul polso, io ci risento l'aroma cristallino delle foreste montane del Kashmir, cui si mescolava la nota glaciale proveniente dalle cime himalayane.

Eterno di Simone Andreoli - Foto Diario Olfattivo

Un'altra pineta, ma vicina e reale, è protagonista dell'ultima creazione di Simone Andreoli
Con Eterno, il giovanissimo "naso" carpigiano maestro di viaggi olfattivi,  compie stavolta un percorso all'interno del se', alla ricerca delle proprie radici, divelte dalla violenza del terremoto che nel 2012 ha sconvolto la sua terra.
E' così che la foresta di pini marittimi sulla costa romagnola, dove Simone passava l'estate nella sua infanzia, diventa il rifugio eterno dove ancorare per sempre i propri ricordi.

Nel suo racconto, ho percepito un'emozione che io stessa ho condiviso in parte ( nel 2012 ho vissuto il terremoto a Bologna) e che mi ha colpito con la forza dell'autenticità, tanto che me sono andata pensierosa, dimenticando perfino di fotografare il flacone!

Nella ricca piramide di Eterno, spicca fra l'altro la presenza del cipriolo, ottenuto dal rizoma di un'antica pianta della stessa famiglia del papiro, già citato da Plinio per il suo aroma simile a quello leggendario del nardo. 
Il cipriolo, usato anche nelle pratiche yoga come riequilibratore e stabilizzante, aggiunge alla fragranza una vibrazione profonda e misteriosa, con note terrose che evocano il cedro e il Vetiver, insieme a sfumature  speziate di cannella. 


Lankaran Forest - Foto di di MirNazrin Huseynzade, Pinterest
Lankaran Forest di Maria Candida Gentile

Ancora una foresta, stavolta nel remoto  Azerbaijan,  ultima meta olfattiva di Maria Candida Gentile.
Già tempo addietro avevo letto di Lankaran Forest, progetto realizzato per un misterioso cliente di quel lontano paese, rimanendone affascinata. 
L'area del Caucaso infatti, ha sempre esercitato su di me un richiamo particolare ed ero curiosa di sentirne l'interpretazione in un profumo: a Pitti, questo è stato finalmente possibile.

Per catturare tutta la sacra essenza della foresta, Maria Candida vi ha trascorso alcune giornate, camminando e soggiornando in speciali campi, appositamente  attrezzati dal suo committente.
Allo stand, era esposto anche il diario che la Maître Parfumeur italiana ha redatto durante la sua esperienza.

La  zona di cui parliamo si trova nel sud-est dell'Azerbaijan e gode di un clima subtropicale, che favorisce anche la coltivazione di agrumi e del pregiato tè nero Lankaran.
Nel jus di Lankaran Forest, sono presenti tutte le note che caratterizzano questa natura lussureggiante: limone e arancio amaro, con un tocco di zenzero per la luminosa apertura, cui subentra la nota erbacea del tè.
Al fondo, ecco il mistero umbratile della foresta, reso da un accordo di licheni, erbe aromatiche e sandalo. 
Ancora una volta, Maria Candida Gentile, ha magistralmente sublimato nella sua creazione lo spirito di un luogo. 

Continua.....

Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o  parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi












  

Nessun commento

Posta un commento