Il più antico, è un vaso portaolio egizio del III/II° secolo a.C.
Il più maliziosi, due "pisseuse à parfum" francesi, con una damina in porcellana accomodata per la bisogna, la cui parrucca a forma di contagocce spruzza gocce di profumo.
Sono solo alcuni pezzi delle meraviglie esposte a Venezia, nell'ambito della mostra "Little big things", una selezione fra gli oltre 3000 esemplari di flaconi e contenitori della collezione creata dalla famiglia Storp, fondatrice nel 1921 della Drom Fragrances di Monaco di Baviera.
L'esposizione, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, in collaborazione con Drom Fragrances e Mavive, è allestita al pianterreno del rinnovato Palazzo Mocenigo, Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, che da un anno ospita anche un percorso olfattivo ormai noto come il primo Museo del Profumo in Italia.
Su incarico dalla Drom Fragrances, sette noti profumieri hanno creato una rappresentazione allegorica, suddivisa in quattro sezioni tematiche.
Nella prima sezione, che è dedicata al DIVINO, si trovano pezzi eccezionali risalenti all'età antica e pre-classica, romani, greci ed etruschi, senza dimenticare un prezioso contenitore utilizzato per la combustione dei grani di Khipy, leggendaria fragranza sacra agli egizi.
Simboli sacri e mitologici, angeli e putti si trovano anche rappresentati in alcune fragranze di famosi profumieri francesi, come il magnifico flacone a forma di campana del 1928, disegnato da René Lalique per il Parfum del Anges di Ovviat.
Ai giorni nostri risale invece l' avveniristica boccetta in cristallo azzurro sfaccettato di Angel, mitica fragranza dell'estroso Thierry Mugler.
Proseguendo l'itinerario, il profumo diventa complice dell'AMORE.
Nella sezione omonima, il linguaggio odoroso della seduzione viene declinato nei suoi vari aspetti, anche satirici e illeciti, come ad esempio nelle già citate "pisseuse à parfum" e nelle rarissime statuine tedesche raffiguranti monaci licenziosi, che introducono in convento giovinette nascoste nel cesto della biancheria.
Qui si trovano anche preziosi esemplari di flaconi Lalique della Worth, rappresentazione poetica dell'amore romantico, che in un arco di tempo compreso fra il 1924 e il 1933 si espresse in capolavori della profumeria come Dans La Nuit, Vers Le Jour, Sans Adieu, Je Reviens, Vers Toi.
Guerlain invece parla dell'amore con le raffinate boccette di Liu, profumo dedicato ad una delle protagoniste della Turandot di Puccini.
Col diffondersi del cristianesimo e nel Medioevo, l'uso profano delle fragranze è considerato peccaminoso, e così aromi ed essenze vengono utilizzati principalmente per le loro proprietà medicamentose.
Simboli sacri e mitologici, angeli e putti si trovano anche rappresentati in alcune fragranze di famosi profumieri francesi, come il magnifico flacone a forma di campana del 1928, disegnato da René Lalique per il Parfum del Anges di Ovviat.
Ai giorni nostri risale invece l' avveniristica boccetta in cristallo azzurro sfaccettato di Angel, mitica fragranza dell'estroso Thierry Mugler.
Nella sezione omonima, il linguaggio odoroso della seduzione viene declinato nei suoi vari aspetti, anche satirici e illeciti, come ad esempio nelle già citate "pisseuse à parfum" e nelle rarissime statuine tedesche raffiguranti monaci licenziosi, che introducono in convento giovinette nascoste nel cesto della biancheria.
Qui si trovano anche preziosi esemplari di flaconi Lalique della Worth, rappresentazione poetica dell'amore romantico, che in un arco di tempo compreso fra il 1924 e il 1933 si espresse in capolavori della profumeria come Dans La Nuit, Vers Le Jour, Sans Adieu, Je Reviens, Vers Toi.
Guerlain invece parla dell'amore con le raffinate boccette di Liu, profumo dedicato ad una delle protagoniste della Turandot di Puccini.
Col diffondersi del cristianesimo e nel Medioevo, l'uso profano delle fragranze è considerato peccaminoso, e così aromi ed essenze vengono utilizzati principalmente per le loro proprietà medicamentose.
Il
profumo manifesta così la sua valenza di "Elisir" contro le
epidemie, nel settore della mostra dedicato alla PROTEZIONE .
I contenitori
però non perdono in preziosità, quasi a voler compensare l'assenza
di riferimenti seduttivi diretti: diventano quindi gioielli, che si
indossano al collo o alla cintura.
Come
il raffinato "pomander" qui sotto : in argento dorato, si
compone di sei comparti apribili a corolla, sui quali sono incise
scene di caccia, fiori e piante, oltre al nome della fragranza che
ogni comparto contiene: Civet, Ambra, Muschio, Limone, Rosmarino e
Angelica.
La bottiglia a forma di rullo di Acqua di Colonia Jean Marie Farina che Napoleone trasportava nei suoi stivali, per usarne il contenuto come corroborante, racconta l'interpretazione del tema nella metà del XIX° secolo.
Nell'ultima sezione, il profumo ed il suo contenitore diventano infine lo strumento per affermare la propria IDENTITA'.
Ecco quindi Paul Poiret, precursore di generazioni di grandi sarti e stilisti, che crearono fragranze come accessori delle loro collezioni di moda.
Fra gli altri, mi ha emozionato vedere Diorissimo, il primo profumo che ho indossato in assoluto, in un prezioso flacone attorniato da altre celebri creazioni dell'inventore del "New Look".
Più semplici ed essenziali invece, proprio come nella natura di "Mademoiselle", i flaconi dei primi rivoluzionari profumi di Chanel.
Proprio a termine dell'esposizione, una speciale vetrina viene dedicata a Elsa Schiapparelli, che seppe sublimare le sofferenze patite nell'infanzia in una visione unica della bellezza.
Le Roi Soleil fu creato da Elsa nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale per celebrare la liberazione della Francia : e, infatti, la gioia sembra ancora scaturire dalla magnifica bottiglia in cristallo Baccarat, dove il sole nascente corona una rappresentazione tridimensionale del mare, insieme alla sontuosa scatola dorata a forma di conchiglia.
In occasione della mostra stessa, il percorso espositivo si arricchisce di un capitolo inedito: una
cinquantina di testi antichi e moderni testimoniano la particolare
attenzione riservata ai temi della bellezza, cosmesi e profumo.
Nel portego al primo piano nobile, si possono infatti ammirare particolari e
curiosi volumi provenienti dalla biblioteca (Ex Unipro) di Cosmetica Italia (Milano) concessi in comodato d’uso alla Biblioteca di Palazzo Mocenigo.
Informazioni sulla Mostra
"Little Big Things" resterà aperta fino al 6 gennaio 2015, dalle 10 alle 16 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio).
Per informazioni e biglietteria on line, ecco il sito di Palazzo Mocenigo.
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