Ogni volta che ho incontrato Roberto Dario, ho sempre avuto l'impressione che fosse una persona gentile, ma riservata.
Basta però chiedergli delle sue ricerche nel campo dei profumi antichi, per veder affiorare la tempra dell' "archeologo delle essenze" capace di ricreare la formula del mitico "Kyphi", il profumo sacro agli Egizi.
Entusiasta di questo suo "viaggio nel tempo", alla ricerca di formule millenarie e materie prime perdute, ho chiesto a Roberto di rispondere ad alcune domande, per ampliare le informazioni pubblicate sul suo sito Esperienze Olfattive. Ecco le sue risposte.
D: Vuoi raccontarci qualcosa di più su di te e di come sei arrivato a trasformarti da chimico a profumiere? Come è iniziato il tuo viaggio nel mondo delle fragranze?
R: Sin da piccolo ho
avuto una grande curiosità per la Natura: le piante, le foglie, gli
insetti, le rocce, i minerali, li raccoglievo, osservavo, catalogavo.
Poi ricevetti come regalo di compleanno un libro dal titolo "101
esperimenti scientifici", un testo di divulgazione scientifica
per ragazzi (che conservo ancora oggi). Quella lettura fu allo stesso
tempo un' iniziazione e una rivelazione.
Ho mantenuto questa curiosità tecnico-scientifica nel tempo e la scelta del corso
di laurea in chimica e' stato un percorso naturale.
Dopo la laurea e
una breve parentesi all'università con una borsa di studio, ho
iniziato a lavorare prima come ricercatore sintetista e poi come
sviluppatore di processi chimici in diverse aziende nazionali del
settore. Riconoscere, maneggiare e trasformare le sostanze chimiche
era il mio lavoro quotidiano e il senso dell'olfatto veniva spesso
sollecitato: ricordo bene l'odore rosato pungente del benzofenone o
quello anisico della para-anisaldeide.
Ma
fu l'odore della cumarina (dolce-mandorlato-vanigliato) quello che accese l'interesse per le materie prime da profumeria (stavo
lavorando allo sviluppo di un nuovo processo chimico per la sua
produzione).
Da autodidatta, ho quindi intrapreso lo studio delle conoscenze
fondamentali sull'ottenimento e sulle caratteristiche peculiari delle
essenze sintetiche e naturali, oltre che del loro uso nella profumeria.
Ad un certo punto però, questo non mi è più bastato: man mano che aumentavano le conoscenze, cresceva la
curiosità di mettere "le mani in pasta",
spingendomi a cercare un luogo dove poter fare una esperienza più
completa nel mondo della profumeria.
E' così che nel
2008 sono approdato alla Scuola Estiva del GIP
(Grasse Institute of Perfumery).
Lì, sotto la
guida di profumieri professionisti, sono stato iniziato all'esercizio
del "naso", al riconoscimento olfattivo delle materie prime
naturali e sintetiche ed ai primi passi nella composizione.
A quella
esperienza ne sono seguite tante altre, come i seminari di Abdes
Salaam Attar o l'esperienza da
Mouillette&Co,
oltre che i numerosi ritorni a Grasse dove, nel frattempo, ho
stretto amicizie con professionisti del settore e avviato rapporti
professionali con aziende produttrici di materie prime.
D: Cosa ti ha
spinto a riprodurre il Kyphi,
seppur in una forma riaggiornata? Quali sono state le difficoltà che hai
incontrato in questo "viaggio nel tempo" olfattivo? Dove
hai reperito le fonti riguardo alla formulazione? A oltre un anno
dalla creazione, sei soddisfatto del risultato?
R: Ricreare il mito,
ripercorrerne la storia della scoperta, per poter sentire l'odore
dell'incenso sacro degli egizi: questa è stata la molla che mi ha
spinto a ricercare gli ingredienti e a provare a riprodurre l'incenso
dal nome mitico, il Kyphi.
Il Kyphi era
l'incenso delle ore serali che veniva bruciato nei templi, dopo il
frankincenso del mattino e la mirra al pomeriggio.
Quello che lo
rende unico è il fatto che esiste non solo la sua formula, ma anche
l'esatto procedimento di fabbicazione, ritrovati scolpiti sui muri
dei laboratori dei templi egiziani di Edfu
e Philae.
In questa
avventura, i testi che mi hanno aiutato nell'identificare gli
ingredienti e seguire il procedimento di composizione, sono stati
quello di Lisa Manniche "Sacred
Luxury", Cornell Press e
"Kyphi, the Sacred Scent"
di Karl Vermillion.
La cosa piu
interessante di questo emozionante viaggio nella storia è stata
proprio la sua dimensione olfattiva. Ricercare i vari ingredienti
anche nella natura circostante, come nel caso della resina di pino di
aleppo o delle radici di cipero; o la ricostruzione dell'odore di un
materiale ancora non completamente svelato nella sua origine, come
nel caso del asphalatos,
dove mi sono basato sulla descrizione che ne fa Plinio nella sua
"Storia Naturale". Tutto questo ha rappresentato
un'esperienza unica e avvincente.
Sono molto
soddisfatto del risultato finale e spero di poter fare un secondo esperimento con i nuovi aggiornamenti, servendomi delle altre materie
prime che nel frattempo ho trovato.
D : Quali sono
le tue materie prime preferite? Ho visto che diverse tue fragranze
utilizzano la Lavanda: come mai?
R: I legni: il Sandalo
ed il legno di cedro Virgina e Texas
sono i miei preferiti. E ancora le resine, il Frankincenso
e la Mirra. Il fiore che sicuramente
amo di più è il Gelsomino.
La Lavanda, ha per me un significato
"affettivo" in quanto legato alle mie prime formule. Nel
2009 ho aiutato un produttore di lavanda a svilupparne e ottimizzarne
la distillazione in corrente di vapore, e la ricompensa per questo
lavoro fu circa 1 kg di olio essenziale. Con tutta quella materia
prima a disposizione pensai che potevo esercitarmi a "vestire"
questa essenza, dandole un carattere diverso a seconda delle
"sfaccettature" pensate.
E' così che
prendono corpo le mie lavande: "Lavanda
Fizz" è una formula di
colonia classica, "Spicy
Lavender" invece è la
variante con un tocco speziato fresco, mentre "Lavanda
d'Oriente" è caratterizzata da
una base ambrata e resinosa, insieme dolce e calda.
D: Dove cerchi
e acquisti le materie prime per le tue creazioni? Utilizzi solo materie prime di origine naturale o anche sintetiche?
D: Come nasce l'idea di una nuova fragranza?
D: Come avviene la creazione di una fragranza personalizzata?
D: Cosa ti dà
più gioia nel tuo essere profumiere?
D : Quali sono i
tuoi progetti e sogni olfattivi per il futuro?
R: Oggi acquisto le
mie materie prime direttamente dalle case
produttrici che ho selezionato nel tempo.
Per quanto
riguarda il tipo di materia prima naturale o sintetica, posso dirti
che, se all'inizio ho usato esclusivamente materie prime naturali,
nel corso della mia continua educazione olfattiva mi sono reso conto
che gli ingredienti sintetici non possono essere esclusi a priori
dalla struttura di un profumo: essi danno sfumature e accenti odorosi
che non si riescono a trovare nella sola materia naturale.
Ricordiamoci che
la profumeria come la conosciamo oggi nasce alla fine del '800 , con
l'inizio della produzione e la commercializzazione delle prime
materie prime sintetiche.
D: Come nasce l'idea di una nuova fragranza?
R: Ho sperimentato
come un'emozione può generare una
idea di fragranza, come lo è stato ad esempio per "Attimi":
camminando in campagna in un pomeriggio estivo, sentii nell'aria
questa fragranza aromatica, lieve e semplice...mi venne il desiderio
di "copiarla", basandomi solo sul suo ricordo, sulla
memoria, per portarla sempre con me. Il risultato è stato molto
piacevole.
Ma l'idea può
nascere anche da un'esperienza assai diversa come la lettura di un
libro o di un racconto: così è stato per "Dolcedesiderio": leggere "Senza
Domani" di Denon e tradurne le immagini e le sensazioni delle
gesta di due amanti in un profumo...
Sentire un odore, vedere un'immagine, toccare una superficie, sentire un suono: tutto ciò che tocca e stimola i nostri sensi può essere tradotto in un'idea profumata.
D: Cosa pensi
della cosiddetta profumeria artistica o di nicchia?
R: Domanda
difficile: se la profumeria artistica o di nicchia doveva definire,
essere espressione di concept olfattivi innovativi o liberi dagli
schemi commerciali, direi che non mi ritrovo nella definizione
artistica/nicchia per come è diventata.
Spesso infatti, una grossa fetta di queste proposte segue
olfattivamente il cosiddetto mainstream, o profumeria commerciale, nel
concept primario (specie quando vengono "mimati" profumi di
successo)...ma mi rendo conto che il mercato artistico di
nicchia è un business e quindi, come tale, diretto al guadagno. Per
cui, l'originalità non sempre è garanzia di vendite immediate e
allora...
D: Hai mai tratto ispirazione da uno o più viaggi nella creazione di una tua fragranza e se sì, in quale occasione? Ce la descrivi?
D: Hai mai tratto ispirazione da uno o più viaggi nella creazione di una tua fragranza e se sì, in quale occasione? Ce la descrivi?
R : Vorrei tradurre
in profumo il mio ultimo viaggio a Grasse
dove mi sono ritrovato in un campo di tuberose...Nella creazione
di un profumo personalizzato ho dovuto tradurre olfattivamente le
esperienze sensoriali di una persona rientrata da un viaggio in
Etiopia: mi ha raccontato del
bruciare dell'incenso, della mirra, il rito del caffè, il mercato,
gli odori della casa tipica etiope.
D: Come avviene la creazione di una fragranza personalizzata?
R : Le persone che mi
chiedono questo servizio mi
raccontano principalmente le loro esperienze
olfattive, sia dei luoghi nativi che
di viaggi effettuati: traduco questi
racconti in materie prime che penso possano rappresentare lo
scheletro della fragranza e che propongo al naso del cliente per una
prima scrematura delle sensazioni olfattive.
Scelte le materie prime di base, nel giro di qualche settimana le metto insieme secondo una formula che genera almeno 3/5 differenti basi profumate. Il cliente poi sceglie almeno 2 di queste varianti, quelle che gli sembrano più aderenti alla sua richiesta. Su queste ultime infine lavoro almeno per altre 2 o 3 settimane, fino alla definizione finale della fragranza.
Scelte le materie prime di base, nel giro di qualche settimana le metto insieme secondo una formula che genera almeno 3/5 differenti basi profumate. Il cliente poi sceglie almeno 2 di queste varianti, quelle che gli sembrano più aderenti alla sua richiesta. Su queste ultime infine lavoro almeno per altre 2 o 3 settimane, fino alla definizione finale della fragranza.
R : La possibilità
di poter ricercare e far emergere le sensazioni delle persone
attraverso il senso dell'olfatto: vedere un sorriso che illumina il
viso o lo sguardo interrogativo delle persone a cui faccio sentire le
fragranze, è per me una scoperta continua delle emozioni umane.
R : Attualmente la
mia attività di consulente nel settore della profumeria si sta
concentrando sulla realizzazione di 2 nuovi profumi che andranno ad
arricchire la linea di profumeria fine di un'azienda dermocosmetica.
Continua inoltre
la mia ricerca storica sui profumi antichi con intrecci anche in
campo universitario. Sto sviluppando il brand personale "Roberto
Dario Esperienze Olfattive" e
mi sto dedicando alle mie prossime fragranze che presenterò nel
2015.
D: Quale
domanda ti piacerebbe ti venisse fatta e quale sarebbe la tua
risposta?
R: la domanda sarebbe : "Come ti senti
quando ti chiamano "Profumiere" o "Naso"?
Il "Profumiere"
a mio avviso è colui che forma la sua professione sull'esperienza e
sulla formazione continua. Per questo, essendo ancora io "giovane"
in questa attività lavorativa, mi sento un po' in imbarazzo quando
si rivolgono a me come al "profumiere" figuriamoci sentirsi
chiamare addirittura "naso"....tuttavia, non riuscendo a
trovare altri termini adatti alla mia attività, visto che per
esempio il termine "fragrance designer" è comunque un
surrogato del termine "profumiere", accetto quest'ultima definizione,
con un timido sorriso...
Roberto mi ha cortesemente inviato una campionatura, con le sue fragranze e dei preziosi grani di Kyphi: alcuni di questi, li ho provati durante un periodo in cui ero influenzata per beneficiare della loro azione purificatrice.
E' stato emozionante pensare che il sottile filo di fumo aromatico che ne saliva era, almeno in parte, lo stesso che veniva bruciato secoli fa nei templi egizi!
Riguardo ai profumi, li ho trovati tutti molto piacevoli, ma quelli che mi hanno colpito di più sono state Attimi e Dolce desiderio.
Il primo, è un'armonia di erbe aromatiche, pompelmo e Legno di Rosa, che ricorda davvero una passeggiata primaverile in un prato fiorito scaldato dal sole pomeridiano, confermando l'ispirazione che ne è alla base.
Il secondo è una fragranza ricca, sontuosa, che secondo me non ha nulla da invidiare a profumi più blasonati : è un giardino di rose, dal quale sbocciano accenti di Labdano, Patchouly e Benzoino e che si stabilizza con soavi note di fondo vanigliate, eccezionalmente persistenti (almeno sulla mia pelle!).
E ora, non mi rimane che leggere il libro di Denon...
Ringrazio Roberto Dario per tutte le foto a corredo di questo post.
E' stato emozionante pensare che il sottile filo di fumo aromatico che ne saliva era, almeno in parte, lo stesso che veniva bruciato secoli fa nei templi egizi!
Riguardo ai profumi, li ho trovati tutti molto piacevoli, ma quelli che mi hanno colpito di più sono state Attimi e Dolce desiderio.
Il primo, è un'armonia di erbe aromatiche, pompelmo e Legno di Rosa, che ricorda davvero una passeggiata primaverile in un prato fiorito scaldato dal sole pomeridiano, confermando l'ispirazione che ne è alla base.
Il secondo è una fragranza ricca, sontuosa, che secondo me non ha nulla da invidiare a profumi più blasonati : è un giardino di rose, dal quale sbocciano accenti di Labdano, Patchouly e Benzoino e che si stabilizza con soavi note di fondo vanigliate, eccezionalmente persistenti (almeno sulla mia pelle!).
E ora, non mi rimane che leggere il libro di Denon...
Ringrazio Roberto Dario per tutte le foto a corredo di questo post.
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